La Regione Sardegna riconosce lo Stato di Palestina

La mozione ha votato anche per il cessate il fuoco immediato, mentre il gruppo dei firmatari lavora ad una conferenza di pace che coinvolga le comunità locali

di Alice Pistolesi

Il Consiglio regionale della Sardegna ha votato una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per l’immediato cessate il fuoco a Gaza e in Libano. L’atto, votato nel consiglio sardo il 24 ottobre, era stato presentato da Luca Pizzuto, capogruppo di Sinistra Futura che ha recepito un emendamento della Consigliera Mariella Urru che proponeva il riconoscimento della Palestina. La mozione era stata sottoscritta da tutti i gruppi della maggioranza. Maggioranza che ha infatti votato in maniera compatta a favore del testo, così come alcuni componenti dell’opposizione. “Si tratta – spiega il consigliere regionale Luca Pizzuto- di un atto dovuto, concreto e di difesa della popolazione palestinese. Se tutti gli enti locali votassero il cessate il fuoco e riconoscessero la Palestina avremmo una presa di posizione importante, anche se ovviamente non risolutiva. Come abbiamo visto, purtroppo, anche le Nazioni Unite hanno mostrato tutti i loro limiti nel fermare il genocidio in corso”. 

Nella mozione il riconoscimento dello stato di Palestina si rifà ad una risoluzione Onu del 2012. Il 29 novembre 2012 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, infatti, con 138 voti favorevoli, 9 contrari e 41 astenuti, adottò una risoluzione che riconosceva alla Palestina lo status di Stato non membro Osservatore Permanente.

“Abbiamo ricevuto molto sostegno. – continua pizzuto – Consiglieri di altre Regioni si sono messi in contatto con noi per replicare la mozione nei propri territori. Credo che come politici abbiamo il dovere di fare quanto possibile per smuovere le coscienze. Con la guerra in Iraq nel 2002 in Sardegna, così come in tutta Italia, il movimento pacifista aveva occupato scuole, comuni, smosso una marea di umanità. Abbiamo bisogno di ritrovare quell’attivismo. Io sono convinto esista ancora, sebbene sopito sotto la cenere”.

Il prossimo passo in Sardegna sarà l’organizzazione di una conferenza di Pace che dia voce alle organizzazioni e alle realtà locali delle popolazioni coinvolte“L’idea – conclude il consigliere – è quella di prendere esempio da Giorgio La Pira e fare delle comunità locali gli attori protagonisti del dialogo di Pace. Crediamo che una mediazione non possa avere luogo solo tra i capi dei grandi partiti o delle organizzazioni al potere, ma che debba interessare tutte le parti in causa, come le associazioni e gli enti locali”.

L’atto votato in Sardegna impegna ora la Presidente della Regione Alessandra Todde ad assumere tutte le azioni necessarie nei confronti del governo, affinché l’Italia “sottoponga e spinga la comunità internazionale ad agire attraverso le azioni diplomatiche per la risoluzione definitiva del conflitto”.

Tags:

Ads

You May Also Like

Indonesia: la scommessa della nuova capitale

La vecchia Ibukota è arrivata al punto di non ritorno. E il presidente Jokowi ha ricevuto in gennaio  il via libera dal Parlamento per investire in una città futuribile: Nusantara nel cuore del  Kalimantan. Storia di Sunda Kelapa, un piccolo porto strategico diventato una megalopoli

di Emanuele Giordana Abitanti di un arcipelago di 17mila isole che si estende per ...

Contro la guerra domani alla Perugia ad Assisi. Il programma

Esserci per far contare chi promuove la pace

La Marcia PerugiAssisi si svolgerà domani domenica 21 maggio 2021, con partenza alle ore ...

Mali: la guerra di tutti e di nessuno

Un nuovo raid di ribelli nel Nord del Paese uccide 24 soldati: sempre più intensi gli scontri. Una panoramica

di Lucia Frigo È un autunno di fuoco e polvere da sparo quello maliano. ...