Lo show di Bolsonaro mentre il Brasile brucia

I leader mondiali all'Onu: per il presidente brasiliano pandemia e incendi sono esagerazioni mediatiche. Salta pero' il Carnevale

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Il Brasile, che con 139.000 decessi ha il secondo numero di morti al Mondo, dopo gli Stati uniti, e il terzo numero di casi, con 4 milioni e 600mila, ha rimandato la tradizionale sfilata di carnevale,  che da sempre si svolge a febbraio:  La Lega delle scuole di samba di Rio, Liesa, per la prima volta in 100 anni, ha annunciato che la diffusione del coronavirus rende impossibile l’evento. Un Brasile scioccato non solo dal Covid-19, ma anche dal propagarsi degli incendi che devastano le zone forestali da mesi, e che non accennano a rallentare. Ma il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, in un intervento preregistrato trasmesso il 22 settembre all’ Assemblea generale delle Nazioni unite, ha dichiarato che  entrambe le crisi sono state esagerate dai media, e che la risposta del suo governo è stata adeguata.Proprio mentre, dal palco virtuale dell’Assemblea generale, la quasi totalità del leader mondiali lancia l’allarme sulle due crisi globali: la pandemia di Coronavirus e il riscaldamento inesorabile del pianeta. L’Amazzonia rappresenta il principale ammortizzatore dei cambiamenti climatici e occupa circa il 49% del territorio brasiliano. Dalla sua elezione nel 2018 è Bolsonaro a deciderne la gestione. Ma il profondo scetticismo del presidente nei confronti del lockdown e delle precauzioni come mezzi per frenare il Coronavirus  si è applicato anche alle politiche di salvaguardia dell’ambiente.

Rivolgendosi agli Stati membri dell’Onu, Bolsonaro ha accusato “attori stranieri” di una “brutale campagna di disinformazione” sul “presunto” degrado dell’Amazzonia e delle zone umide del Pantanal in Brasile. Le segnalazioni di incendi in Amazzonia sono state esagerate, ha affermato, aggiungendo che l’enorme dimensione del territorio amazzonico – maggiore dell’Europa occidentale – rende difficile combattere le operazioni illegali di incendio e sgombero. Ma minimizzare la portata e l’importanza degli incendi costituisce una vera e propria disinformazione. In quanto alle risposte del governo, proprio il 21 settembre, un giorno prima dell’intervento all’Onu, il Ministero dell’ambiente brasiliano ha annunciato la creazione del Segretariato dell’Amazzonia e del Segretariato delle Aree protette. Quest’anno, Bolsonaro ha anche firmato due ordini esecutivi per frenare la deforestazione: uno che vieta di disboscare la foresta con il fuoco – una tattica comune di allevatori illegali, taglialegna e agricoltori – e un altro ordine che autorizza un gruppo dell’esercito a pattugliare l’Amazzonia per prevenire il disboscamento e l’appropriazione illecita di terre. Il decreto autorizza i militari ad operare all’interno di terre indigene e in aree di conservazione ambientale.

Ma finora la cosiddetta “Operazione Green Brazil 2″ e il divieto di incendi si sono rivelati inefficaci. Sebbene l’esercito abbia emesso multe per oltre 520 milioni di Reais (96,3 milioni di dollari), il numero degli incendi non è diminuito. In realtà è aumentato: l’Inpe (Istituto nazionale di ricerche spaziali) ha registrato gli incendi più attivi ancora quest’anno ad agosto (29.307) e settembre (27.660) a causa anche del clima secco tipico di questo periodo dell’anno. Il dato di settembre è superiore del 69,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Ma questo si iscrive in un progetto più vasto, riassunto nella parola d’ordine di ”esplorare il potenziale economico dell’Amazzonia”. E’ in questa logica che Bolsonaro ha permesso  ai cosiddetti “accaparratori di terre”, che hanno invaso illegalmente il suolo pubblico dal 2011 al 2018, di ottenere la proprietà legale. Durante una riunione a porte chiuse del 22 aprile, il ministro dell’Ambiente Ricardo Salles ha affermato che la pandemia ha creato un’opportunità per il governo di Bolsonaro di indebolire alcuni regolamenti, comprese le leggi che vietano la deforestazione in alcune terre. Il video dell’incontro, che si voleva riservato,  è stato diffuso alla stampa brasiliana su ordine della Corte federale di giustizia. Più tardi, in un’intervista esclusiva con CNN Brasil, Salles ha ribadito le sue osservazioni. “Ho insistito perché in tutti i ministeri, compreso il ministero dell’Ambiente, ci fosse meno spazio per la burocrazia. Ciò che ho portato avanti durante la riunione erano regolamenti che non hanno bisogno di passare per il Congresso [per essere approvati”.

Ma ci sono critiche radicali anche  alle smentite dell’amministrazione sulla gravità degli incendi amazzonici. Proprio come una volta ha liquidato il Coronavirus come nient’altro che una “piccola influenza”, Bolsonaro ha più volte affermato che le notizie sugli incendi erano false, come riportato nei suoi live streaming settimanali su Facebook. Anche davanti ai leader mondiali ha ripetuto la sua frequente affermazione che gli incendi non potrebbero propagarsi nella foresta pluviale tropicale dell’Amazzonia, perché è “umida”.

Nell’immagine in copertina, il Carnevale di Rio in uno scatto di Ugur Arpaci per Unsplash

(Red/Ma/Sa)

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