di Raffaele Crocco
Il 24 febbraio 2022 la guerra interna all’Ucraina è diventata ufficialmente la guerra d’aggressione di un Paese, la Russia, nei confronti di un altro Stato sovrano, l’Ucraina. E’ un evento che da decenni non si verificava in Europa e che ormai raramente avviene nel Mondo. Delle 34 guerre in corso nel Pianeta al giugno 2021 (dato Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo) quasi nessuna vede Stati sovrani confrontarsi.
Questa è una delle cause della forte apprensione, della paura, che ha colpito molti cittadini europei e non solo all’avvio delle operazioni. Il timore che la guerra possa allargarsi, interessando altri Paesi è concreto. Diventa quindi utile capire quali erano le forze in campo quel giorno, quali gli eserciti chiamati ad affrontarsi. Un dato deve essere certo in chi legge: quella fotografia è stata superata dagli eventi bellici, dagli scontri, da quanto accaduto in queste giornate convulse. Avere una fotografia di base, però, può servire per capire meglio gli avvenimenti.
Come usiamo i dati
E’ importante capire quali sono i parametri usati per analizzare le due forze armate. Si parla ad esempio di budget di difesa. Con questa voce si indica la spesa complessiva per le forze armate (marina, esercito, aviazione). Quando, invece, classifichiamo i mezzi, escludiamo quelli usati per l’addestramento o inutilizzabili, ma ancora in giacenza. Per carri armati, termine abbastanza esplicito, si intendono i mezzi cingolati pesanti, mentre i veicoli blindati da combattimento indicano i mezzi blindati leggeri e medi, solitamente più utili in ambienti urbani per scopi di pattugliamento e di contro-guerriglia. I carri sono tendenzialmente più efficaci negli scontri in campo aperto. Non rientrano nella categoria dei mezzi militari i veicoli blindati per il trasporto truppe o per altre attività.Siamo ai pezzi di artiglieria: si parla sia dell’artiglieria semi-movente, sia dei pezzi di artiglieria fissa campale. I lanciamissili multipli sono i mezzi dotati di tubi in grado di sparare contemporaneamente più salve di missili, con una capacità di saturazione di fuoco dell’area maggiore rispetto all’artiglieria convenzionale e con potenziali effetti devastanti.
Nell’aviazione, i caccia hanno il compito di intercettare i velivoli o i missili avversari e abbatterli. I caccia bombardieri sono i mezzi aerei che hanno un ruolo nelle operazioni di attacco al suolo. Gli elicotteri d’attacco si identificano con quegli elicotteri, solitamente abbastanza corazzati, in grado di condurre operazioni di attacco al suolo. In questi dati, non sono inclusi i mezzi di trasporto o da ricognizione.
Proseguiamo con la marina, anche se in questa guerra è relativamente impiegata. Le portaerei sono navi di notevoli dimensioni, a ponte piatto, che hanno funzione di pista di decollo e atterraggio per aerei ed elicotteri. L’obiettivo è creare supporto aereo in tempo relativamente breve. Le cacciatorpediniere, con ruolo anti-sommergibile e anti-aereo, sono navi di dimensioni relativamente contenute che scortano navi di dimensioni maggiori. Le fregate, le cui dimensioni sono variabili e i ruoli diversificati in base ai Paesi, possono rientrare nella categoria dei più pesanti incrociatori. Possono ospitare missili a corta e media gittata, in grado di colpire obiettivi terrestri e aerei. I sommergibili hanno un ruolo essenzialmente anti-navale. Alcuni sottomarini russi, però, sono in grado di trasportare testate nucleari. Le corvette hanno dimensioni contenute e sono dotate di armamento leggero, con funzione multiruolo anti-aereo e anti-sommergibile e affiancano le navi più grandi. Infine, i mezzi di pattugliamento. Sono piccoli, versatili e veloci. Vengono utilizzati essenzialmente in missioni di pattugliamento e ricognizione.
Chi investe di più e come
Questo il modo di classificare e “misurare” gli eserciti di tutto il Mondo, quindi anche quelli che si stanno fronteggiando in Ucraina. Usando questi parametri, il primo dato, quasi elementare, è che fra i due eserciti le differenze sono enormi. L’esercito russo è enormemente più potente, sulla carta, di quello di Kiev. Lo dimostra, ad esempio, la spesa destinata alla Difesa. Il “The Military Balance“, pubblicato dall’Istituto Internazionale per gli Studi strategici, racconta che nel 2021 l’Ucraina ha destinato alle spese militari 4,7 miliardi di dollari. Mosca ha speso dieci volte di più, cioè 45,8 miliardi stanziati da Mosca. Evidente la sproporzione, ma attenzione: in termini relativi si tratta della medesima spesa, perché anche il prodotto interno russo (Pil) con i suoi 1.483 miliardi dollari nel 2021 e praticamente dieci volte quello ucraino, che è stato 155,6 miliardi di dollari. Significa che i due paesi hanno sostenuto nel 2021 il medesimo impegno di spesa rispetto alle loro economie.
Gli effettivi, i combattenti
Veniamo alla composizione umana delle due forze armate. I militari in servizio attivo nelle forze armate russe sono attualmente 900mila. A questi possono aggiungersi due milioni di riservisti. In Ucraina i numeri sono rispettivamente 196mila e 900mila. Nell’esercito, cioè nelle forze di terra, i russi hanno 280mila effettivi, gli ucraini circa 140mila. Il rapporto si alza – diventa cinque a uno – negli effettivi dell’aviazione, settore dove la Russia è nettamente superiore. Kiev può contare su 300 velivoli, quasi tutti eredità dell’Unione Sovietica, come i Mig 29 e Su-27. E’ riuscita, però, a dotarsi anche di droni. La Russia dispone di più di 4mila velivoli, molti moderni o modernissimi come il Su30 e il Su35, entrato in linea nel novembre del 2020. Da tenere presente, che al momento dell’avvio delle operazioni militari, Mosca ha schierato ben 200mila effettivi. Più complesso sapere quanto combattenti sono stati schierati da Kiev, vista anche la grande mobilitazione dei giorni precedenti.
I mezzi
Anche qui, la sproporzione teorica in termini di quantità e di qualità è enorme. Gli ucraini hanno messo in campo le loro forze corazzate, vale a dire circa 800 carri armati T64, T80 o T84. Sono carri di produzione sovietica, quasi tutti sviluppati negli anni ’70 del secolo scorso. Solo il T84 è stato rimodernato e prodotto in Ucraina. Poi, ci sono mezzi corazzati leggeri e di trasporto e veicoli da combattimento per la fanteria. Sono, appunto, mezzi vecchi, ancora legati all’epoca sovietica, quindi a trent’anni fa. Anche per questa ragione, Kiev punta all’ingresso nella Nato, per poter rendere più moderne le proprie forze armate. La Russia a partire dal 2008 ha avviato una grande campagna di modernizzazione del proprio parco mezzi. Le carenze emerse durante la guerra in Georgia hanno convinto i vertici militari a puntare su mezzi più moderni. Operazione riuscita: in arrivo c’è un carro di ultimissima generazione, il T90 e mezzi corazzati, sistemi missilistici e d’arma sono più efficienti.
Complessivamente, la Russia oggi può schierare 2.800 carri armati, 5.160 veicoli da combattimento e 6.100 mezzi corazzati, circa 1.800 pezzi d’artiglieri e 1.300 lanciarazzi multipli. Una potenza di fuoco spaventosa – dicono gli esperti militari – che fanno dell’esercito russo il secondo al Mondo, dopo quello statunitense. Una potenza, però, che paradossalmente non offre alcuna garanzia di vittoria. Negli ultimi decenni, le guerre d’invasione portate anche con esercito poderosi e tecnologicamente avanzati sono state quasi tutte fallimentari. Ne sanno qualcosa gli Stati Uniti e i loro alleati con le esperienze in Vietnam (anni ’60 del ‘900) e in Afghanistan (2001 – 2021) e la Russia sempre con l’Afghanistan (1979 – 1989) e con la Cecenia (anni ’90 del ‘900).
In copertina il T90 russo mentre sfila sulla Piazza Rossa. Nel testo un T84 in dotazione alle forze armate ucraine.