“I negoziatori ucraini e russi hanno discusso l’accordo proposto per la prima volta lunedì” – ha scritto ieri in un articolo il Financial Times. Si tratterebbe sulla base di una bozza in 15 punti che, in sostanza, comporterebbe la rinuncia di Kiev alle sue ambizioni di unirsi alla Nato e la promessa e l’impegno a non ospitare basi o armi straniere in cambio della protezione da alleati come Stati Uniti, Regno Unito e Turchia. Tuttavia, scrive ancora il FT, un altro tipo di garanzie occidentali per la sicurezza ucraina potrebbero rivelarsi un grosso ostacolo a qualsiasi accordo, così come lo status dei territori del Donbass. Sebbene Mosca e Kiev abbiano entrambi affermato di aver compiuto progressi nei termini di un accordo, i funzionari ucraini sono scettici, dice ancora il FT che cita fonti anonime. Secondo il giornale, l’Ucraina manterrebbe le sue forze armate ma sarebbe obbligata a rimanere al di fuori di alleanze militari come la Nato e ad astenersi dall’ospitare basi militari straniere sul proprio territorio. Sempre ieri il segretario stampa di Putin, Dmitry Peskov, ha detto ai giornalisti che la neutralità per l’Ucraina potrebbe basarsi sullo status dell’Austria o della Svezia.
Il recente articolo del “Financial Times” sulle presunte pressioni dei servizi di sicurezza russi nei confronti del presidente Vladimir Putin e l’atteggiamento del Cremlino relativamente alle manifestazioni non autorizzate a sostegno dell’attivista Aleksej Navalnyj non avrebbero però nulla a che fare con la realtà. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov durante un briefing con la stampa.
Gli aggiornamenti sulla guerra in Ucraina si possono leggere nel nostro Dossier Ucraina