di Emanuele Giordana da Budapest
Una colonna lunga un chilometro, con oltre 60 mezzi, per lo più pulmini, carichi di medicine e di “marciatori” per la pace, si snoda lungo l’Europa. La marcia StoptheWarNow, che domani “invaderà” pacificamente Leopoli, è partita stamattina da Gorizia dove si son dati convegno da tutta Italia le diverse sigle – laiche e cattoliche – che hanno aderito all’appello lanciato dall’Associazione Papa Giovanni XXIII: Giampiero Cofano, segretario generale, è il riferimento che ha passato la mattinata a dare indicazioni e dettagli dal Covid alle strade, dalle grane da evitare, ai passaporti.
StoptheWarNow raccoglie decine e decine di adesioni di associazioni, Ong, gruppi di lavoro della società civile, enti, testate, cristiane e laiche senza distinzione: da Archivio Disarmo alla Foicsiv, dall’Arci a Nigrizia (anche l’Atlante delle guerre ha aderito). L’obiettivo è testimoniare concretamente quello che il pontefice predica dall’inizio di un conflitto definito una follia: un messaggio comune anche al mondo laico che dice che non è la guerra il modo di risolvere i problemi. E’ un pensiero che ha una storia importante: dalla prima guerra mondiale al Vietnam, dai Balcani fino alle marce per l’Iraq o l’Afghanistan. Guerre che hanno prodotto dolore e morte ma anche gli anticorpi che hanno dato vita al movimento per la pace.
L’idea della marcia è nata meno di tre settimane fa ma ha raccolto rapidamente oltre un centinaio di adesioni di associazioni della società civile. Ignorata dalla grande stampa e vista con sospetto anche da molti ucraini perché ritenuta inutile se non dannosa e certo non patriottica, la marcia raccoglie oltre 220 persone e avrebbe dovuto essere accompagnata anche da alcuni parlamentari ma poi pare che la Farnesina abbia sconsigliato.
I marciatori passeranno il confine stanotte e domani marceranno per le vie di Leopoli immaginando che la marcia di questo sabato 2 aprile sia solo il pezzo di un percorso. Un percorso in grado di dar fiato alle risorse del dialogo e della diplomazia. I marciatori incontreranno il sindaco di Leopoli e esponenti delle diverse comunità religiose poi faranno ritorno in Polonia caricando che ha chiesto asilo e che verrà accompagnato in Italia. Almeno 300 persone.
Tra gocce nel mare e speranze c’è anche un aspetto concreto: “Porteremo in Italia oltre 300 persone che ci chiedono di lasciare l’Ucraina – spiega Giampiero Cofano –, di queste 180 le raccoglieremo proprio a Leopoli. Tra loro ci sono una trentina con disabilità, anche minorenni. E’ la nostra attenzione alle vittime più fragili”.