Un Natale che non porta regali

"L’ipocrisia del “vogliamoci bene” la lascio nel cassetto, questo giro. Non ci sono auguri di buon natale, quest’anno. C’è solo un augurio, per tutti: di buona fortuna". L'editoriale di Raffaele Crocco

di Raffaele Crocco

Ho l’impressione non porti regali, questo Natale. Porta un Mondo ancora alle prese con il Covid19. E se il virus ancora uccide e paralizza economie e persone, le ambiguità e la cecità nostra e dei nostri governi moltiplicano i pericoli. Siamo vaccinati in tanti in Europa, Nord America, Oceania. In totale, al 23 dicembre 2021 il 47,83% della popolazione mondiale è vaccinata. Troppo poca. Siamo a vaccinazioni praticamente nulle in parte dell’Asia,in America del Sud. In Africa è vaccinato solo l’8,7% di chi ci vive. Così il ciclo della malattia diventa infinto, il contagio si dilata ed espande nel tempo. Se non agiamo davvero, se non diamo anche al Mondo altro da noi la possibilità di vaccinarsi, non andremo da alcuna parte. Continueremo a contagiarci, a fermarci impauriti, a vivere in un grande lockdown. Eppure potremmo vaccinare il Mondo. Ad esempio: per vaccinare tutta l’Africa servono fra gli 8 e i 16miliardi di dollari, con un 30% in più – quindi massimo 21miliardi di dollari – per il programma di distribuzione. Davvero un Mondo che spende quasi 2mila miliardi di dollari in un anno in armi, non trova i soldi per fare l’unica cosa intelligente: mettersi al riparo dalla pandemia? Non capiamo che salvare la vita degli altri, in questo momento più che mai significa garantire la nostra sopravvivenza.
 
Porta un Mondo alle prese con i riposizionamenti politico-militari. La Cina è sempre più aggressiva. Costruisce riarmandosi la sua “Collana di perle” per le merci in mare e la sua nuova “Via della seta” per le merci in terra. Rifonda la flotta e minaccia i vicini: Taiwan, soprattutto la terra ribelle. E mentre fa questo, strizza l’occhio ai talebani tornati a Kabul e fa accordi con la Russia di Putin per le miniere di carbone di confine. Mosca ribadisce anche così di voler essere considerata “potenza mondiale” e minaccia l’Ucraina, per spaventare la Nato, per ricattare gli Stati Uniti. Washington, in fuga dall’Afghanistan e dal Vicino Oriente risponde con gli alleati vecchi – gli Europei della Nato – a Mosca e con quelli nuovi – Australia e Gran Bretagna di Aukus – nel Pacifico, alla Cina. Nel mezzo si agitano anche la Francia sconfitta in Mali, ma attiva nel Mediterraneo e la Turchia, che vuole tornare all’antica potenza. Sono tutti attori sul palcoscenico, in cerca di un ruolo che ancora non hanno definito, in una commedia che rischia di trasformarsi – se qualcuno sbaglia la battuta – in una tragedia.
 
Porta un Mondo che non ha capito di essere troppo vicino alla fine. Continuiamo a usare più risorse naturali di quante il Pianeta riesca a produrre. I ghiacci si sciolgono in Antartide, Artide e Siberia, liberando antichi virus, mutando temperature, altezza delle acque, profili di coste e pianure. Perdiamo un ettaro di terra coltivabile al minuto e l’acqua di mare sta conquistando fette di terraferma, sostituendosi a quella dolce nei pozzi. Rispondiamo con accordi blandi, come quello di Glasgow per la Cop26. Giuriamo di voler chiudere le centrali a carbone nel Mondo e poi qui, in Italia, per rispondere alle esigenze di elettricità aumentate, ne riapriamo due. Pensiamo di risolvere tutto con la mobilità elettrica, dimenticando che così inquineremo di più con le batterie da smaltire, con l’energia elettrica da produrre. Ignorando che aumenteremo la differenza fra ricchi e poveri, che faremo crescere lo sfruttamento del lavoro minorile nelle miniere di litio.
 
Non porta regali, questo Natale. Porta situazioni che conosciamo, ma non vogliamo vedere. Porta casi risolvibili, che continuiamo ad ignorare. L’ipocrisia del “vogliamoci bene” la lascio nel cassetto, questo giro. Non ci sono auguri di buon Natale, quest’anno. C’è solo un augurio, per tutti: di buona fortuna.

 

*In copertina photo by Pixabay

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