Usa vs Cina all’Air Show di Singapore

Si è conclusa ieri tra le polemiche la più importante mostra mercato militare-aerospaziale dell'Asia. Con un bilancio dal segno meno. Colpa solo del coronavirus?

Dal nostro inviato nel Sudest asiatico

Vientiane – Gli osservatori sono tutti d’accordo: Il più grande evento aerospaziale e di difesa dell’Asia si chiude col segno meno. Il Singapore Air Show vede calare i visitatori della fiera a 20mila partecipanti, quando la presenza nel 2018 era stata di 80mila. E anche gli affari ne hanno risentito. Qualche compagnia ha fatto centro ma per alcune è stato un flop. Molte aziende infine si erano ritirate dall’esposizione e forse non solo per colpa del corona virus.

Certo il virus ha fatto molte vittime:  al 7th Singapore Airshow, delle mille compagnie in lista, almeno una settantina si sono ritirate prima dell’evento conclusosi ieri e che si ripeterà nel 2020. Dodici compagnie della Rpc – scrive Al jazeera – han dovuto rinunciare per via delle restrizione imposte alla Cina dalla Città Stato sulla punta della penisola malese.  Tra la lista dei colossi militari che hanno disertato ci sono  nomi importanti come Lockheed Martin, Raytheon, l’italiana  Leonardo, la canadese De Havilland,  Co, Bell, Gulfstream, Textron Aviation, Honeywell Aerospace, Viking Air e altre. Aerospaziale senza ali.

Ma oltre al coronavirus c’era sotto ben altro. Ad esempio la polemica lancia in resta degli Stati Uniti che alla vigilia dell’Air Show hanno colpito duro. Tutto inizia   – scrive il South China Mor nig Post – con le dichiarazioni infuocate dell’Assistant secretary of state for political-military affairs Clarke Cooper (a destra): “Non vogliamo vederli (i cinesi ndr) utilizzare lo show aereo come piattaforma di sfruttamento e furto –  ha detto in un’intervista al giornale di HK nel suo ufficio al Dipartimento di Stato – non solo delle nostre tecnologie ma anche de le tecnologie di altri”.

Parole davvero pesanti che Pechino ha preferito non commentare. Gli americani però ci hanno poi ripensato e alla fine hanno anche loro  ridimensionato la presenza al salone, sia sotto l’aspetto della delegazione politica sia sotto l’aspetto commerciale. Ma la polemica è rimasta nell’aria. Non è la prima, non sarà l’ultima e ogni scusa sembra buona.

Alla fine dunque, anche l’Air Show è diventata una piattaforma polemica dello scontro tra Cina e Usa in Asia proprio nei giorni in cui le Filippine hanno dato un’ennesimo schiaffo a Trump e alla vigilia del meeting a Las Vegas in marzo cui la casa Bianca ha invitato tutti i leader dell’Asean. E doveil capo di Stato filippino  Duterte non andrà.

Emanuele Giordana

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