Vertice Brics, il Sudafrica: “Meglio che Putin non venga”

Sul  leader russo il rischio di arresto. E le conseguenze della guerra incrinano il futuro dell'alleanza

di Maurizio Sacchi

Il 22 agosto il Sudafrica ospiterà i leader di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica nel vertice dei cosiddetti Paesi Brics, anche se un ostacolo importante é già sul cammino. Uno dei leader più attesi è il Presidente russo Vladimir Putin. Ma  la nazione ospitante è alle prese con le conseguenze diplomatiche e legali della sua presenza.I Capi di Stato delle altre quattro nazioni dovrebbero esser, il Sudafrica: “Per noi, meglio che Putin non venga” a  Johannesburg in agosto, ma un mandato di arresto internazionale per Putin ha messo il Sudafrica in difficoltà. “È un grande dilemma per noi”, ha dichiarato il Vice Presidente sudafricano, Paul Mashatile: “Ovviamente non possiamo arrestarlo. È come invitare un amico a casa propria e poi arrestarlo. Ecco perché per noi, il fatto che non venga è la soluzione migliore”.

Una soluzione alternativa alla assenza di Putin sarebbe il trasferimento del vertice in un Paese che non riconosce la Corte penale internazionale dell’Aia, che ha incriminato Putin per crimini di guerra. Come ad esempio la Cina, che non avrebbe quindi l’obbligo di eseguire l’arresto.  Un vertice senza il leader russo partirebbe male, e questo é un segnale che, malgrado la volontà dei Brics di mantenere l’unità per mettere in discussione l’egemonia delle altre potenze, l‘isolamento internazionale della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina incrina anche le alleanze delle economie emergenti. Questo ha un impattoa nche sul piano economico.

  Tra i punti all’ordine del giorno c’è la creazione di una nuova valuta comune dei Brics. E senza le conseguenze della guerra in Ucraina il momento sarebbe favorevole. L’aumento dei tassi di interesse e la recente crisi del tetto del debito negli Stati Uniti hanno sollevato le preoccupazioni di altri Paesi per il loro debito denominato in dollari e le preoccuazioni nel caso in cui l’economia leader del mondo dovesse andare in default.Detto questo, una nuova valuta comune fra i membri deve affrontare ostacoli importanti prima di diventare realtà.Con l’88% delle transazioni internazionali effettuate in dollari e il 58% delle riserve valutarie globali, il dominio globale del dollaro è al momento indiscutibile..

I Paesi Brics hanno portato avanti un’ampia gamma di iniziative per ridurre la loro dipendenza dal dollaro. Nell’ultimo anno, la Russia, la Cina e il Brasile si sono orientati verso un maggiore utilizzo di valute diverse dal dollaro nelle loro transazioni transfrontaliere. L’Iraq, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti stanno attivamente esplorando alternative al dollaro. E le banche centrali hanno cercato di spostare una parte maggiore delle loro riserve valutarie dal dollaro all’oro. Anche il Governo cinese ha espresso chiaramente le sue preoccupazioni per il dominio del dollaro, definendolo “la principale fonte di instabilità e incertezza dell’economia mondiale”. Pechino ha accusato direttamente l’aumento dei tassi di interesse della Fed di aver causato turbolenze nel mercato finanziario internazionale e un sostanziale deprezzamento di altre valute.

Il percorso più ambizioso per una moneta Brics  sarebbe qualcosa di simile all’Euro, la moneta unica adottata dagli 11 Stati membri dell’Unione Europea nel 1999. Ma negoziare una moneta unica sarebbe difficile, date le asimmetrie di potere economico e le complesse dinamiche politiche all’interno dei Brics . Inoltre, affinché una nuova valuta funzioni, i membri dovrebbero concordare un meccanismo di tassi di cambio, disporre di sistemi di pagamento efficienti e di un mercato finanziario ben regolamentato, stabile e liquido.  Infine, nessuno dei Paesi coinvolti mostra il desiderio di abbandonare la propria valuta locale. Piuttosto, l’obiettivo sembra essere quello di creare un efficiente sistema di pagamento integrato per le transazioni transfrontaliere come primo passo, per poi introdurre una nuova valuta. Certo, alcune delle iniziative passate più ambiziose del gruppo, volte a creare grandi progetti BRICS per parallelizzare le infrastrutture non occidentali, sono fallite. Grandi idee come lo sviluppo di un’agenzia di rating del credito Brics e la creazione di un cavo sottomarino che li colleghi non si sono mai concretizzate.

Nell’immagine, il Nelson Mandela Bridge a Johannesburg, in una foto dell’Ufficio del Turismo del Sudafrica

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