L’Italia e le nuove armi

L'aumento della spesa militare del Documento di Programmazione Pluriennale 2023-2025 della Difesa e il commento dell'Osservatorio Milex

Il dicastero della  Difesa ha trasmesso al Parlamento con sei mesi di ritardo rispetto ai termini di legge (30 aprile) il Documento di Programmazione Pluriennale 2023-2025 che mette nero su bianco la previsione di spesa sui programmi di armamento delle Forze Armate italiane, in corso e di previsto avvio. “Il DPP fornisce – scrive l’Osservatorio Milex in una nota –  anche un quadro generale sulla spesa militare italiana e sulle previsioni per i prossimi anni, con una proiezione che vede un aumento previsto di oltre 600 milioni di euro nei prossimi due anni. I dati forniti dal DPP sono importanti per evidenziare un trend in ascesa (in continuità con quanto avvenuto negli ultimi anni) senza grosse accelerazioni, il che rende comunque impossibile raggiungere il “target NATO” del 2% del PIL in tempi brevi (indipendentemente dai criteri di conteggio adottati)”.

Tra gli elementi forniti dal Documento di Programmazione Pluriennale – prosegue la nota dell’Osservatorio – è inoltre importante la stima fornita relativamente alla quota di spesa dedicata al procurement militare, cioè all’acquisizione di sistemi d’arma. Il totale complessivo di fondi del Ministero della Difesa e fondi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) si attesta per il 2023 sui 7,9 miliardi di impegno diretto (come Milex stimiamo una cifra di 8,2 miliardi inserendo anche costi indiretti legati al procurement) previsti in crescita a 8,1 miliardi e 8,7 miliardi rispettivamente per il 2024 e il 2025. Ancora una volta, come avvenuto negli ultimi anni, l’aumento di spesa militare è direttamente derivante dai fondi destinati a nuove armi.

Per approfondire, l’articolo completo sul sito di Mil€x

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