Droghe: il ritorno del Triangolo d’oro

Il Myanmar conquista il primo posto nella produzione di papavero da oppio

di Theo Guzman inviato nel Sudest asiatico

Bangkok – Con 1.080 tonnellate di oppio prodotte e 47mila ettari coltivati a papavero (più 18%) e grazie al recente declino della coltivazione di oppio in Afghanistan, il Myanmar è quest’anno la più grande fonte di oro nero del mondo. Un oro nero che si trasforma in polvere bianca (l’eroina) e che vede tornare in auge il Triangolo d’oro – una fetta di terra che identificava il confine poroso tra Thailandia, Myanmar e Laos – da sempre madre di tutti gli stupefacenti. Ma adesso la guerra in Myanmar, dopo decenni di campagne di eradicazione soprattutto in Laos e Thailandia, fa tornare il Triangolo d’oro birmano nuovamente in auge: la coltivazione di oppio nel Triangolo d’Oro – dice un rapporto reso noto a Bangkok dall’l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) – ha continuato ad espandersi nell’ultimo anno, con un aumento significativo in Myanmar.

“Le perturbazioni economiche, di sicurezza e di governance che hanno fatto seguito alla presa del potere militare del febbraio 2021 (da parte dei militari golpisti birmani ndr) continuano a spingere gli agricoltori in aree remote verso l’oppio per guadagnarsi da vivere”, ha spiegato il Rappresentante regionale dell’Unodc Jeremy Douglas presentando il rapporto, intitolato “Southeast Asia Opium Survey 2023: Cultivation, Production and Implications”. Due i fattori: la guerra nell’ex Birmania che ora investe soprattutto lo Stato Shan al confine con la Cina (il luogo dove se ne produce di più) e un calo significativo – anzi un crollo – della coltivazione dell’oppio in Afghanistan, dove i Talebani hanno imposto nel 2022 un bando rigoroso

Il rapporto non risparmia il Laos dove la produzione di oppio sembra si sia stabilizzata su circa 5.000 ettari ma l’Unodc non è per ora in grado di confermarne il trend. In Myanmar invece, gli aumenti produttivi sono diffusi ma i più significativi sono stati registrati nello Stato Shan, dove la coltivazione è aumentata del 20%. Seguono Chin e Kachin (aumenti del 10% e del 6%), due altri Stati al confine con la Cina. Alla base, c’è una forte domanda di oppio nel Triangolo d’Oro che ha fatto lievitare il prezzo dell’oro nero fino a circa 355 dollari al chilo, un aumento che lo rende assai attraente anche per i contadini poveri della regione.

Il rapporto mette in guardia sul fatto che l’espansione della coltivazione dell’oppio alimenta una crescente economia illecita nell’area del fiume Mekong, che unisce livelli elevati e costanti di produzione di droghe sintetiche (metanfetamina ndr) a una convergenza di traffici, riciclaggio, attività criminali online e azzardo. A braccetto, aggiungiamo noi, con prostituzione e documentati casi di schiavitù lungo le frontiere birmane e nello stesso Laos.

Le immagini (quella nel testo riguarda la produzione birmana) sono tratte dal sito Unodc

Leggi la nostra scheda conflitto sul Myanmar aggiornata a dicembre cliccando qui

Sulla situazione politico-militare in Myanmar leggi questo articolo pubblicato oggi da T. Guzman per IspiOnline

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