Ucraina: il massacro infinito e le nuove strategie. Il Punto

Al giorno 680 dall’invasione russa Putin punta su freddo e fame, mentre si contano morti, feriti e danni

di Raffaele Crocco

Sono stati 24 civili morti e centinaia di feriti in Russia, due giorni prima della fine dell’anno. Sono stati 50 morti civili ucraini il giorno dopo. Il massacro non ha fine. Il passaggio dell’anno ha accelerato la conta delle vittime civili nella guerra fra Russia e Kiev. E’ una lunga lista ormai. Gli attacchi avvengono sempre più su larga scala, anche lontano dalla linea del fronte. La rabbia di Putin per gli smacchi subiti si traduce nel portare morte e distruzione ovunque. Dopo il raid ucraino del 30 dicembre su Belgorod, aveva invocato la vendetta: “Vogliono spaventarci, creare incertezza dentro il paese. Rafforzeremo gli attacchi”. Così, le regioni di Kiev, Kharkiv, Kherson e Mykolayiv sono state colpite utilizzando tutto quello che poteva andare in volo: droni Shahed iraniani, 100 razzi tra cui missili da crociera e missili balistici e ipersonici Kinzhal, lanciati da 6 bombardieri Tu-95MS e dai caccia intercettori supersonici MiG-31k. Al di là dei morti, 250mila persone sono rimaste senza luce e riscaldamento.

Il giorno 680 dall’invasione russa dell’Ucraina ci mostra una foto già vista lo scorso anno. Putin vuole usare il freddo e la fame del rigido inverno ucraino per fiaccare la capacità di resistenza della popolazione. Ci sta riuscendo? Difficile misurare gli effetti dei bombardamenti massicci voluti da Putin. La qualità della difesa aerea ucraina si è certamente alzata quest’anno, costringendo Mosca a sacrificare macchine e uomini. Ma il presidente ucraino Zelensky ha recentemente ammesso che dopo quasi 23 mesi di guerra “molti ucraini hanno perso il senso della minaccia esistenziale”. Parole che mostrano qualche cedimento interno.  L’offensiva militare per la riconquista dei territori perduti, d’altro canto, è sostanzialmente in stallo. Gli scontri sono diventati una lunga guerra di logoramento, che costa migliaia di perdite umane da entrambe le parti. Secondo il ministero della Difesa inglese, continuando in questo modo la Russia “nel prossimo anno avrà perso circa 500mila persone nella guerra”. Un numero spaventoso, a cui aggiungere almeno – questo dicono le stime – 350mila ucraini.

Dagli Stati Uniti arrivano a Zelensky indicazioni di un cambio di strategia. Dalla Casa Bianca filtra l’ipotesi di un diverso atteggiamento, che porterebbe l’Ucraina su posizioni più difensive e consolidate, costruendo fortificazioni e rafforzando la difesa aerea. Questo con l’obiettivo di arrivare a consolidare la posizione di Kiev in un futuro negoziato che resta, dicono da Washington, “l’unico modo per porre fine a questa guerra e vogliamo che l’Ucraina abbia la mano più forte possibile quando ciò avverrà».

Secondo l’Institute for The Study of War di Washington, la reazione di Putin potrebbe concretizzarsi nel tentativo di allontanare l’Europa dell’Ucraina. Come? Attraverso trattative con alcuni Paesi e convincendo gli altri della pericolosità di un confronto diretto – e militare – con Mosca. Non a caso, il presidente russo sta insistendo sulla tesi di una guerra diventata non più solo con Kiev, ma trasformatasi nella lotta della Russia contro l’Occidente, con tutti i pericoli e le insidie che questo può celare. Una tesi che molti Paesi del Mondo sembrano pronti ad accettare e condividere. Resta da capire se l’Europa cadrà nella trappola.

Per ora, pare di no. Molti Paesi dell’Unione Europea hanno confermato gli impegni presi, anche in termini di forniture militari, che restano importanti: solo nella prima parte del 2023, ad esempio, sono stati consegnati 780 carri armati a Kiev. La Gran Bretagna, poi, attraverso il Primo ministro Rishi Sunak ha detto a Volodymyr Zelensky che il Regno Unito continuerà a “stare fermamente al fianco dell’Ucraina per tutto il 2024”. Londra sta valutando altre forniture militari. Sino ad oggi, la Gran Bretagna ha impegnato 4,6 miliardi di sterline in spese militari per la difesa dell’Ucraina contro l’invasione russa. Una cifra enorme, bruciata nella grande fornace della guerra.

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