Non convincono le promesse di una svolta del neo presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. Le elezioni di giovedi, che hanno registrato un’affluenza del 29,9%, lo hanno visto eleggere il 13 dicembre al primo turno col 58,15 dei consensi ma la vittoria non è piaciuta al movimento popolare in piazza da mesi che ha risposto ieri con nuove manifestazioni e che lo percepisce comunque come un uomo dei vecchi circoli di potere. Per il movimento spontaneo Hirak le elezioni sono state semplicemente “una farsa”.
Una “marea umana”, come l’ha definita il francese Le Monde, è scesa in piazza per contestare i risultati elettorali ad Algeri e in altre città del Paese come ormai in ogni venerdi da mesi a questa parte. Decine gli arresti ma il movimento non molla e si sente tradito nelle sue aspettative.
Il capo dello stato appena eletto, ha teso la mano al movimento di protesta Hirak, cui si deve l’estromissione dell’ex presidente Bouteflika che cercava una quinta rielezione. “Sono pronto a un dialogo diretto con il movimento di protesta, con i suoi rappresentanti – ha detto – per chiarire molti punti oscuri, restaurando così un clima di fiduci e, di buona volontà. Dio è il nostro testimone per la costruzione di una nuova Algeria”.
Abdelmadjide Tebboune ha infatti promesso una riforma costituzionale che sarà poi sottoposta alla volontà popolare. Egli stesso emanazione del ristretto circolo del potere algerino, il nuovo capo dello Stato, ha tagliato le sue relazioni con la famiglia dell’ex presidente Bouteflika qualche tempo fa e venne congedato dopo soli tre mesi dal ruolo di primo ministro. Alla piazza però non basta.
In copertina il presidente da un video di NewsCgtn
Il video di Euronews e il discorso di Abdelmadjid Tebboune