Gli Stati Uniti rassicurano Parigi sul fatto che la Francia rimane un “partner vitale” su molti dossier. Lo ha detto il Segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha cercato di placare la rabbia di Parigi (e dell’Europa che si è lamentata di non essere stata informata) per il patto di sicurezza tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia arrivato sui tavoli della diplomazia internazionale due giorni fa come una bomba. La Francia tra l’altro perde una commessa miliardaria con l’Australia proprio per via dell’accordo il che ha fatto infuriare il Premier Macron due volte.
Ieri, in una conferenza stampa congiunta con i massimi funzionari statunitensi e australiani, Blinken ha affermato che gli Stati Uniti stanno cercando di “trovare ogni opportunità” per approfondire la cooperazione con la Francia, anche nella regione indo-pacifica. Di fatto l’annuncio di un’alleanza di sicurezza trilaterale, soprannominata “Aukus”, che tra l’altro vedrà gli Stati Uniti e il Regno Unito aiutare l’Australia a produrre sottomarini a propulsione nucleare. Una mossa interpretata come il desiderio di contenimento della Cina da parte degli Usa. Un’evoluzione della “guerra commerciale” iniziata da Trump.
L’ira di Pechino
La reazione di Pechino non si è fatta attendere: “Gli Stati Uniti stanno polarizzando istericamente il loro sistema di alleanze. Usare una forza esterna per spingere le “potenze intermedie” come l’Australia al livello di difesa di possedere sottomarini a propulsione nucleare è una forte vetrina per le potenze intermedie di tutto il mondo – scrive il Global Times: “Sebbene Washington affermi che i sottomarini a propulsione nucleare australiani non porteranno armi nucleari – prosegue il giornale cinese – tali dichiarazioni non sono affidabili. Fin dall’inizio, i sottomarini a propulsione nucleare sono progettati per essere strumenti strategici di attacco“.
Pechino aveva comunque già preparato le contromosse, ovviamente accelerate dal patto trilaterale: la Rpc infatti ha chiesto ieri di aderire a un accordo nell’Asia-Pacifico, inizialmente promosso dagli Stati Uniti come un modo per isolare proprio la Cina e consolidare il dominio americano nella regione. La Cina – ha reso noto BloombergNews – ha presentato la lettera di richiesta formale per aderire all’accordo globale per il partenariato transpacifico (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership) alla Nuova Zelanda, secondo una dichiarazione fatta a Pechino in seguito a un contatto telefonico tra il Ministro del Commercio Wang Wentao con il suo omologo Damien O’Connor. La Nuova Zelanda è infatti la nazione depositaria dell’accordo.
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Premier ministro britannico Boris Johnson e il Primo ministro australiano Scott Morrison avevano annunciato contemporaneamente mercoledì scorso che i tre Paesi formeranno un partenariato di sicurezza trilaterale rafforzato chiamato “Aukus”. Il patto sosterrà l’Australia nell’acquisizione di sottomarini a propulsione nucleare e consentirà il pattugliamento marittimo nella regione indo-pacifica. Una scelta che ha spiazzato soprattutto gli alleati europei di Washington e, ovviamente, Pechino.
Quanto al Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP), è un accordo commerciale tra Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam. Si è evoluto dalla Trans-Pacific Partnership (TPP), che non è mai entrata in vigore a causa del ritiro degli Stati Uniti.
(Red/Est)
In copertina sottomarino della classe Typhoon-class submarine