I primi dati ufficiali rilasciati dall’ Órgano Electoral Plurinacional mostravano che Evo Morales si era imposto alle elezioni presidenziali ma che comunque sarebbe andato al secondo turno contro il suo sfidante Carlos Mesa. Con l’83% dei voti contati, l’attuale presidente avrebbe avuto il 45,71% dei voti mentre il suo principale rivale, dell’alleanza di centro destra Comunidad Ciudadana, avrebbe raggiunto il 38% dei voti. Il voto però non è stato pacifico perché poi le cose sono cambiate avvantaggiando Morales al punto di consentirgli di passare senza ballottaggio.
Manifestanti hanno così dato fuoco agli uffici elettorali nelle regioni di Sucre e Tarija e in altri luoghi del Paese dopo che i risultati preliminari del voto di domenica hanno poi dato come vincente il presidente Evo Morales in circostanze ritenute però controverse. L’accusa è che il conteggio fosse stato interrotto perché sembrava che il voto stesse dando l’indicazione di andare verso il ballottaggio mentre quando il conteggio è poi ripreso è sembrato poi al contrario che Morales avesse abbastanza voti per vincere al primo turno. Il cambiamento è apparso “drastico e difficile da spiegare” secondo gli osservatori dell’Osa.
La missione di verifica dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) ha espresso infatti “profonda preoccupazione e sorpresa” per il cambiamento nella tendenza dei risultati elettorali che stanno per dare al presidente Evo Morales la vittoria al primo turno: “La missione Osa esprime profonda preoccupazione e sorpresa per il cambiamento drastico e difficile da giustificare nella tendenza dei risultati preliminari “ e che apparivano orientati verso il ballottaggio con l’avversario Carlos Mesa, diceva ieri una nota dell’organismo.
Gli Stati Uniti sono intervenuti accusando il tribunale elettorale della Bolivia di “sovvertire la democrazia”: “Chiediamo al Supremo Tribunale elettorale di agire immediatamente per ripristinare la credibilità nel processo di conteggio dei voti”, dice una nota del governo degli Stati Uniti, cui non piace l’idea di un quarto mandato del presidente di sinistra.
Evo Morales infatti, se fosse confermato al primo turno, avrebbe guadagnato il suo quarto mandato che lo vedrebbe a capo dello Stato sino al 2025.
(Red/E.G.)
In copertina: La Paz Foto di Photo by Tobias Jelskov per Unsplash
Nel testo: Morales (sopra) e Mesa (wikicommons)