di Edvard Cucek
Il recente rapporto della Coalizione per le elezioni trasparenti e democratiche dal titolo “Podlupom” ovvero, tradotto letteralmente “Sotto la lente d’ingrandimento” parla di uno scandalo che la Bosnia ed Erzegovina non aveva ancora visto.
Si è visto di tutto nei decenni passati. Schede elettorali falsificate, voti di morti da tanti anni, classiche compravendite dei voti, violenza nei seggi elettorali, incendi del materiale di votazione dei partiti senza una valida e logica spiegazione, ecc.
Ma le elezioni del 7 di ottobre di quest’anno saranno ricordate anche per questa truffa quanto “originale” quanto significativa e pericolosa.
All’indirizzo della Coalizione da qualche mese stanno arrivando segnalazioni preoccupanti da parte dei cittadini che non possono che essere considerati reati. Il reato consiste nell’abuso dei dati personali degli aventi diritto durante le cosiddette “elezioni per posta”. Diverse segnalazioni da varie città bosniache parlano di un piano messo in piedi per rubare tutti i dati necessari per una valida votazione con lo scopo finale di produrre schede elettorali apparentemente valide e che “indubbiamente” confermano che l’avente diritto da sempre residente, a Mostar per esempio, abbia votato, questa volta per posta, come residente in una città austriaca. La stragrande maggioranza delle segnalazioni, infatti, riguarda proprio voti falsi inviati per posta dall’Austria. Sono diverse le città bosniache coinvolte e il numero delle registrazioni per il voto per posta che supera ormai i 70mila. Già questo dato, aumentato in modo esponenziale rispetto agli anni precedenti, ha fatto sorgere qualche dubbio non solo alla Coalizione ma anche all’ente statale “CIK” che si occupa dei database dei cittadini aventi diritto residenti in BiH o all’estero.
“A maggio e a giugno – hanno riferito dalla Coalizione – sono stati registrati numerosi casi di falsi profili e falsi premi (giochi online) delle principali catene di negozi in Bosnia ed Erzegovina in cui il requisito per partecipare al gioco era quello di inviare anche la fotografia digitale del documento d’identità da entrambi i lati. Proprio questi profili falsi sono stati usati per gli abusi elettorali”.
Questa, secondo la polizia ma anche secondo esperti di elezioni democratiche, sarebbe la risposta più plausibile al fenomeno dell’enorme numero di votazioni già svolte partite dai paesi esteri a nome di persone residenti in Bosnia ed Erzegovina.
“Finora – ha dichiarato la Commissione Elettorale Centrale CIK BiH – siamo stati informati della possibile commissione del reato, non solo dagli elettori ma anche da alcune stazioni di polizia e Commissioni elettorali comunali, per circa 150 casi. La maggior parte riguardano i comuni le città di VelikaKladuša, Modriča e Orašje”.
Inoltre la stessa Commissione Elettorale Centrale ha reso pubbliche le segnalazioni pervenute dalla Polizia dello Stato della vicina Serbia che riguardano i casi molto frequenti di pressione che alcuni militanti dei partiti stano facendo suoi cittadini bosniaci residenti in Serbia per registrarsi per le votazioni per posta. Anche a Vojvodina (Regione Autonoma del nord della Serbia) agli universitari cittadini bosniaci sono state avanzate offerte anche in soldi per avere dati personali in modo da poter effettuare le registrazioni per votare tramite posta.
Riassumendo un po’ il tutto la decisione della Commissione Elettorale Centrale CIK del 13 agosto 2018 è stata la cancellazione di 9136 registrazioni provenienti dall’estero. Le motivazioni più frequenti sono le identità del richiedente impossibili da verificare, le mancate firme del richiedente e le tantissime registrazioni per le votazioni dall’estero partite dallo stesso indirizzo. A volte si è trattato di sei o più richieste, tra cui anche le persone morte durante l’ultimo conflitto degli anni Novanta.
La Coalizione Podlupom e la CIK invitano tutti i cittadini aventi diritto di verificare le liste di registrazioni per il voto e di segnalare urgentemente eventuali irregolarità. Non si tratta soltanto di registrazioni false ma anche di votazioni con identità. La Commissione Centrale Elettorale ribadisce che tutte le schede con le votazioni già pervenute dopo le segnalazioni dei cittadini direttamente coinvolti non saranno assolutamente prese in considerazione come voti validi e saranno quindi scartate.
Resta da chiedersi se queste elezioni sarebbero già da considerare non valide.