Campagna elettorale di sangue in Messico

I Narcos dietro l'ondata di omicidi di candidati. Favorita la delfina di Lopez Obrador

di Maurizio Sacchi

Bertha Gisela Gaytán, candidata del partito Morena del presidente messicano uscente Andrés Manuel López Obrador, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco poco dopo aver lanciato la sua campagna elettorale, il 20 maggio, nelle strade di San Miguel Octopan, una cittadina alle porte di Celaya, dove era in corsa per diventare sindaco della città a Nordovest di Città del Messico. Sono state colpite diverse persone, tra cui il candidato al consiglio comunale Adrián Guerrero. Secondo quanto riportato dai media, il candidato è morto in un ospedale vicino. Da gennaio sono stati uccisi almeno 15 candidati politici, mentre si avvicinano le elezioni generali del 2 giugno. Il giorno della sua morte, Gaytán ha tenuto una conferenza stampa indicando che aveva richiesto sicurezza per la sua campagna elettorale.

La città di Celaya ha uno dei tassi di omicidio più alti al mondo, con una stima di 109,4 omicidi ogni 100.000 abitanti. I responsabili sono la criminalità organizzata e i Narcos, i cartelli della droga che esercitano il loro potere sul sistema politico messicano attraverso minacce, corruzione e concussione, anche se la polizia non ha ancora identificato i sospettati della sparatoria e non sono ancora stati effettuati arresti. Il governatore di Guanajuato, lo Stato in cui è avvenuta la sparatoria, si è impegnato a cercare giustizia per l’omicidio.

Ma si tratta solo dell’ultimo episodio di omicidio politico. A febbraio, due candidati sindaci sono stati uccisi a Maravatío, nello stato centro-occidentale di Michoacán. Uno apparteneva al Partito d’Azione Nazionale di destra e l’altro al Partito Morena. L’ultima volta che il Messico ha tenuto un’elezione nazionale – nel 2021, quando erano in palio seggi legislativi statali, locali e nazionali – si stima che siano stati uccisi  più di 35  candidati. I Presidenti sono limitati a un solo mandato di sei anni, il che significa che López Obrador non può ricandidarsi. Ma la sua protetta, l’ex sindaco di Città del Messico Claudia Sheinbaum, è in testa alla corsa, con un forte vantaggio sul senatore Xóchitl Gálvez.

Una settimana prima dell’attentato alla Gaytàn, , uno scontro nello Stato meridionale del Chiapas tra il Cartello di Sinaloa e il Cartello Jalisco New Generation (CJNG) ha causato 11 morti. In alcuni comuni del Chiapas, le organizzazioni criminali controllano l’elettricità, le telecomunicazioni e persino il cibo, perché avendo chiuso le principali vie d’accesso, i supermercati restano a secco. La ricerca di cibo  può avvenire solo quando le strade sono aperte,  quando i gruppi criminali decidono di farlo. I narcotrafficanti dispongono di blocchi del segnale, utilizzati per impedire alle persone di usare il cellulare o internet. Dal 2019, i due cartelli più potenti del Messico – il Cartello di Sinaloa e il CJNG – si contendono lo Stato del Chiapas ,  logisticamente importante per il crimine organizzato in Messico. Almeno nove rotte del narcotraffico – cinque terrestri, due aeree e due marittime – passano da qui, secondo i dati del Sedena, le Forze armate del Messico. Anche diverse rotte utilizzate dai migranti che si recano negli Stati Uniti dall’America Centrale passano da qui, e per i cartelli anche i migranti sono merce.

Il presidente López Obrador, noto per le sue forti critiche all’approccio delle precedenti amministrazioni alla sicurezza pubblica attraverso la militarizzazione, aveva promesso di togliere i militari dalle strade e riportarli nelle caserme. Tuttavia, sotto la sua amministrazione i dispiegamenti  e le spese militari hanno raggiunto livelli senza precedenti. L’attuale numero di soldati impiegati per compiti di sicurezza è superiore del 76% rispetto alla presidenza di Felipe Calderón, che López Obrador ritiene responsabile della militarizzazione della guerra alla droga. Di conseguenza, la spesa per la difesa è aumentata dell’87% dal 2012, ultimo anno di mandato di Calderón. E’ però cambiato il loro ruolo. Si impegnano in meno scontri, sequestrano meno armi e privilegiano strategie non conflittuali per scoraggiare i criminali. 

Come in molti altri casi, si vedano Ecuador e Haiti, il condizionamento della politica da parte del crimine organizzato è un fattore sempre crescente. Ha  causato scandalo un’inchiesta statunitense su Lopeez Obrador per supposte donazioni della campagna elettorale del 2006, sospettate di avere matrice narco. L’indagine é divenuta pubblica nella dirittura finale di questa campagna. López Obrador ha denunciato pubblicamente la fuga di  notizie, insinuando che fossero finalizzate a influenzare le elezioni presidenziali di giugno, in cui la sua protetta, l’ex sindaco di Città del Messico Claudia Sheinbaum, è in testa. Ha suggerito che i rapporti potrebbero complicare i colloqui con il governo statunitense su migrazione e fentanyl e ha detto di aver preso in considerazione la possibilità di non ricevere il consigliere per la sicurezza interna del presidente Biden per un incontro previsto nella capitale messicana. “Come potremo sederci al tavolo per parlare di lotta alla droga se loro, o una delle loro istituzioni, fanno trapelare informazioni e mi danneggiano?” Dopo che il Presidente Biden ha chiamato López Obrador, calmando le tensioni, il ministro degli Esteri messicano ha detto che il consigliere per la sicurezza interna degli Stati Uniti ha detto al Messico “che questa è una questione chiusa per loro”. 

L’influenza dei cartelli sulla politica messicana é ancor più preoccupante, se si considera che l’economia formale è in realtà in grande crescita. Alcuni esperti, tra cui gli analisti di Goldman Sachs – che hanno coniato il termine BRIC in riferimento alle economie in crescita di Brasile, Russia, India e Cina –  ritengono che il Messico sarà la quinta o sesta economia mondiale entro il 2050.

Nell’immagine da wikimedia, Claudia Sheinbaum 

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Toma_de_protesta_de_Claudia_Sheinbaum_3.jpg

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