di Andrea Tomasi Continua a far discutere il presidente sceriffo delle Filippine, Rodrigo Duterte, famoso nel mondo per aver promesso di fare piazza pulita del traffico di droga e di avere proceduto con sistemi “poco ortodossi”. Il bilancio ufficiale di cinque mesi del suo mandato parla di 5.927 i morti. «Le esecuzioni extragiudiziali, così come la repressione della polizia, contro consumatori e spacciatori di stupefacenti si sono scatenate dopo la sua dichiarazione di “tolleranza zero”» racconta il Corriere della Sera. «Ci saranno molti morti finché non saranno cacciati tutti gli spacciatori dalle strade» ha detto. Il Corriere della Sera cita i dati della Cnn: «2.086 persone sono state uccise dalle forze dell’ordine e 3.841 da vigilantes privati, organizzati in squadroni della morte. Oltre 40mila gli arrestati». Cifre che fanno rabbrividire. Duterte rivela di non essere solo il mandante, ma in alcuni casi di essere stato anche l’esecutore materiale delle spedizioni punitive. Della serie: “Guardate che sono il tipo d leader che si sporca le mani di sangue, che le cose le fa in prima persona”. Duterte, con uno stile tutto suo, ha sempre cercato di marcare per bene il confine tra la sua presidenza e quella dei suoi predecessori. Di più: si è permesso il lusso di contestare lo stile delle grandi potenze occidentali, ricordando loro che i massacri da loro fatti durante il periodo coloniale fanno sembrare poca cosa quanto sta facendo lui nel proprio Paese, che lo ha eletto democraticamente. Le uccisioni per sua mano risalirebbero al periodo in cui era sindaco: azioni «per dare l’esempio alla polizia quando era sindaco di Davao». Lì, ha raccontato «ero solito farlo personalmente, semplicemente per mostrare ai ragazzi (i poliziotti) che se potevo farlo io, potevano farlo anche loro». «Andavo in giro per la città a pattugliare le strade in motocicletta, una moto di grossa cilindrata, in cerca di problemi, cercavo un confronto per poter uccidere», riporta il Corriere. Duterte non le ha mandate a dire neanche all’Onu: «C’è qualcuno in quello stupido organismo che si lamenta del puzzo di morte laggiù (in Siria)?» Parole ricordate la scorsa estate da Repubblica. «Fedele al suo ruolo di orgoglioso “giustiziere” senza paura, Duterte ha giurato di “fregarsene” delle possibili conseguenze delle sue esternazioni, annunciando che chiederà “a tutti”, anche a Cina e Paesi africani di abbandonare l’Onu, di riprendersi i soldi delle quote e ritirare le truppe per creare un nuovo organismo di cooperazione». Duterte ha quindi ribadito che la sua campagna brutale contro i narcos va avanti a colpi di revolver e mitragliatrice. http://www.repubblica.it/esteri/2016/08/22/news/duarte_contro_tutti_il_presidente_filippino_contro_onu_americani_e_oppositori_interni-146431360/ http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/16_dicembre_13/filippine-l-infinita-guerra-droga-duterte-6-mila-morti-cinque-mesi-a5b59112-c148-11e6-ba45-25063c27d0aa.shtml?cmpid=SF020103COR&refresh_ce-cp foto tratta da http://tempsreel.nouvelobs.com