Il pesante passato di un nuovo Presidente

Chi è l'uomo che il primo conteggio di voti dà come Capo di Stato dell'Indonesia

di Emanuele Giordana da Kupang (Indonesia orientale)

Prabowo Subianto, pur basandosi solo sui risultati non ufficiali che gli attribuiscono oltre l’85 per cento dei suffragi, è ormai certo di essere il nuovo Presidente indonesiano. Ma chi è? Prabowo Subianto Djojohadikusumo, classe 1951,  viene da una famiglia ricca giavanese e da un giro di imprenditori amici del generale Suharto, un dittatore durato 32 anni. Il giovane Prabowo frequenta Jalan Cendana dove Suharto vive con la famiglia e dove corteggia Titiek, la secondogenita del rais. E’ nel giro che conta e nel maggio 1983 si sposano. Divorzieranno nel 1998, anno della caduta politica del padre. All’epoca Prabowo era un ufficiale dell’esercito che farà poi carriera in un corpo d’élite, le forze speciali Kopassus.

A loro tocca tra il 1976 e il 1998 combattere la resistenza al governo centrale nell’Irian Jaya (Papua) ma soprattutto a Timor Est, la riottosa ex colonia lusitana che Suharto ha invaso dopo la Rivoluzione dei garofani portoghese che le aveva concesso la libertà. Si guadagna sul campo le stellette da generale. Poi, nel 1998 Suharto lo promuove alla Kostrad, la riserva strategica di cui lui stesso era stato il primo comandante all’epoca della repressione anticomunista (1965-66). Ma sono gli ultimi colpi di un vecchio dittatore ormai in coma che nel maggio di quell’anno si dimette. In quel periodo i generali giocano un ruolo chiave e saranno loro a scaricare il loro mentore. Prabowo cerca di ricavarne un guadagno ma lo batte in abilità una vecchia volpe, il potente generale Wiranto. Un ufficiale che condivide con lui una divisa piena di macchie.

Quando in un’intervista del 2014 ad Al Jazeera gli si chiede conto di attivisti anti Suharto scomparsi, Prabowo se ne fa scudo e risponde tranquillo che si, era roba sua ma erano “ordini superiori”. Il paradosso è che uno degli studenti di allora (che non è scomparso) è ora uno dei suoi portavoce. Allora, ormi  in disgrazia, viene esautorato dal ruolo militare e va in esilio in Giordania. Forse avrebbe preferito gli Usa che però lo avevano messo al bando (levato nel 2020) per il suo passato. Tornato dall’esilio pian piano si ripulisce e il suo passato viene dimenticato o ignorato (specie dai più giovani). L’ultimo ritocco è merito di Jokowi. Restano nebbie. Subito dopo il voto, l’Agenzia di controllo del voto (Bawaslu) ha  ricevuto notizia di voti comprati. Si tratterebbe di deputati dell’Assemblea. Le macchie ricompaiono.

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