Lunedì 7 dicembre, a Caracas, il Consiglio Elettorale Nazionale (Cne), ha annunciato che i candidati che fanno riferimento al Presidente Nicolás Maduro hanno ottenuto il 67,6% dei voti espressi, circa 3.558.320. L’astensione, secondo i dati ufficiali, è stata del 70%.
Un dato indicativo; e il governo, allarmato aveva posticipato l’orario di chiusura, secondo alcuni osservatori, per facilitare l’afflusso ai seggi dei votanti provenienti dalle aree della cosiddetta Mision Vivienda, quartieri di edilizia popolare costruiti dal Chavismo e ritenuti serbatoio di voti del regime. Sempre secondo alcuni osservatori l’astensione reale è stata tra l’80% e l’85%,. Il Gran Polo Patriótico, la coalizione di partiti che affianca il Partito socialista venezuelano al governo, si è comunque aggiudicato circa 240 dei 277 seggi elettorali. Molto più indietro, con il 18% in totale, i partiti di opposizione che hanno deciso di partecipare all’evento: la fazione dissidente di Acción Democrática, Cambiemos, di Timoteo Zambrano;Avanzada Progresista, guidato da Henri Falcón; e la formazione El Cambio, guidata da Javier Bertucci.
Entra nella community
Iscriviti alla nostra newsletter
L’ ex-Primo ministro spagnolo, José Luis Zapatero, era a Caracas per attestare la trasparenza di queste elezioni parlamentari in qualità di “osservatore internazionale indipendente”. “So che in questo processo elettorale ci sono partiti di opposizione, più di 10, che hanno deciso di partecipare a queste elezioni (…) ci sono anche partiti di opposizione, e leader dell’ opposizione, che hanno deciso di non partecipare”. Il primo di questi, agli occhi degli osservatori, è Juan Guaidò, riconosciuto da una cinquantina di governi, Stati uniti in testa, come presidente legittimo, dopo le elezioni presidenziali del 2018, che videro vincitore Maduro, ma la cui legittimità fu contestata.
Ma dopo un lungo braccio di ferro fra i due, che hanno portato anche a scontri di piazza con morti e feriti, il tentativo di Guaidò di rovesciare con un’insurrezione popolare il regime chavista non ha avuto esito. E il suo fronte politico pare aver perso forza e credibilità.
Prevedibilmente, il fronte che non riconosce Maduro come Presidente legittimo ha contestato la regolarità e la validità di questa consultazione. Un documento firmato da 18 governi d’America indicava che le elezioni organizzate dal regime dittatoriale di Nicolás Maduro, “mancano di legalità e legittimità perché si sono svolte senza le garanzie minime di un processo democratico, di libertà, sicurezza e trasparenza, o di integrità dei voti, né partecipazione di tutte le forze politiche, né osservazione internazionale ”. Il testo è stato firmato dai governi di Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Stati Uniti, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana, Santa Lucia e Uruguay.
Da parte sua, l’ambasciata degli Stati Uniti in Venezuela (che opera dalla Colombia), ha descritto Maduro come un falso presidente, che “celebra una finta elezione per montare una falsa assemblea nazionale”. Ma anche sul fronte opposto, da sinistra, si contesta il risultato elettorale, e soprattutto la gestione del potere degli eredi di Hugo Chavez.
Secondo Marea s:ocialista, movimento di opposizione di sinistra a Maduro, ad esempio, “Il malcontento delle basi chaviste non si esprime nell’opzione dell’Alternativa Rivoluzionaria Popolare (APR) [ con l’appoggio] del Partito Comunista del Venezuela (Pcv). Ciò che ha prevalso nella base insoddisfatta del chavismo è stata la smobilitazione. Le strutture di controllo e ricatto sulla base non bastano più per spingere le persone a votare come in passato.” Il commento si riferisce al dissenso del Partito comunista, che non ha aderito all’alleanza elettorale del partito di governo. Prosegue Marea socialista: “[il voto a favore del chavismo] rappresenta in realtà solo il 17% del Registro Elettorale Permanente. Tale è il risultato ottenuto dopo aver sistematicamente vietato la legalizzazione dei partiti, messo al bando altri, legittimando solo un’opposizione che mostra più accordo che divergenze con il governo. Ha anche basato la sua vittoria sull’uso dell’intero apparato statale al servizio del Partito Socialista Unito del Venezuela”.
“Questa nuova Assemblea Nazionale è nata “evirata”, poiché l’Esecutivo ha eliminato molti dei suoi principali poteri, soprattutto in materia economica, attraverso la cosiddetta Legge Anti-embargo, all’ attuazione della quale sarà affidata gran parte dell’agenda legislativa, al fine di consumare le privatizzazioni e il passaggio di consegne a capitali e potenze straniere (Cina, Russia, senza escludere europei e Usa), oltre a sfruttare la flessibilità e l’estrema precarietà del lavoro già imposte ali lavoratori per garantire agli imprenditori un costo del lavoro quasi zero.”
Lasciaci qualche informazione su di te, così saremo in grado di contattarti quando lanceremo la campagna di crowdfunding e potrai ricevere la nostra newsletter con gli ultimi aggiornamenti dal mondo.