La Palestina, il Mondo e noi

Il dovere di non rimanere in silenzio. Ecco perché sosteniamo l'iniziativa per Gaza oggi a Roma

di Raffaele Crocco

Ora, quello che so, che ho capito, che non è vero che il silenzio racconta tante cose. Il silenzio non dice nulla, proprio niente. Il silenzio lascia ad altri spazio e tempo per riempire il Mondo di parole. E se queste parole, quelle che usano gli altri, sono
sbagliate, beh sono guai seri.

E’ vero che anche le parole non sono mica da prendere alla leggera, per carità. Le parole formano il Mondo, lo creano. E se le parole sono solo alcune, solo quelle, sono guai. Prendete una parola che adesso si usa molto: terrorista. Tecnicamente, si dice essere terrorista chiunque decida di colpire deliberatamente una popolazione inerme con l’obiettivo politico-militare di terrorizzarla. Chiaro, no, facile anche. E allora credo che si debba evitare il silenzio, per evitare che altri occupino spazio e tempo con parole e per impedire a queste eventuali parole di raccontare un Mondo sbagliato.

Perché il Mondo è sufficientemente sbagliato anche se usiamo le parole giuste. Che bisogno abbiamo di mentire davanti a 31mila bambini, donne, uomini, anziani, uccisi per vendetta o per ragioni militari. Perché dovremmo tacere davanti a 2milioni e 300mila esseri umani ridotti ad essere bestie affamate e cattive, senza speranza e senza futuro? Come giornalista, io, sento di dovere raccontare ogni minuto di quella sofferenza. So di dover raccontare ogni minuto di quelle atrocità, ogni attimo di quella scellerata e fascista scelta messa in atto da governo israeliano per annientare un popolo. So di dover urlare che quello che sta compiendo il governo Netanyahu è un lunghissimo e mostruoso atto di terrorismo.

I diritti dei Palestinesi sono i medesimi di ogni individuo e di ogni popolo di questa terra. Hanno diritto a vivere nelle loro case, del loro lavoro, scegliendo la propria organizzazione politica, la religione, l’amore. Nessun governo israeliano, in nome di una follia religiosa che parla di popolo eletto, antica di duemila anni o in nome di una convenienza economica e strategica, può negare questi diritti. Il massacro a Gaza deve finire, subito. L’occupazione illegale e illegittima del territorio della Cisgiordania, con il carico di violenze e delitti commessi dai coloni israeliani, deve finire, subito. Giustificare o tollerare quel massacro e quelle violenze quotidiane
significa tollerare e ammettere come giuste le invasioni di altri in altre terre e lo sterminio di altri popoli.

Nulla è dalla parte della ragione per Israele. Nulla è dalla parte della ragione in chi lo sostiene e mente nel sostenerlo. Tacere, non gridare basta, non mettere in campo ogni energia per fermare lo sterminio, significa lasciare campo libero alla menzogna e all’omicidio. E questo sarebbe un altro, grave, atto criminale. Per questa ragione abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa a favore di Gaza a Roma, al teatro di Villa Lazzaroni. Perché vogliamo essere in tanti a gridare “basta” al massacro. E vogliamo che sia un grido sempre più forte.

 

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