Mali: la strage dell’esercito e dei mercenari russi

300 morti in un rastrellamento congiunto tra militari maliani e contractor russi. Mentre Mosca aumenta la sua influenza in Africa  

di Maurizio Sacchi

In Mali, 300 civili sarebbero stati uccisi  in cinque giorni dal 23 al 27 marzo secondo  denuncia Corinne Dufka, direttrice dell’area del  Sahel di Human Rights Watch: “Il governo del Mali – sostiene Dufka – è responsabile di questa atrocità, la peggiore in Mali in un decennio, sia che sia stata compiuta dalle forze maliane o da soldati stranieri associati”. Testimoni della comunità locale hanno detto che centinaia di uomini sono stati radunati e uccisi in piccoli gruppi durante l’operazione anti-jihadista nella città di Moura. centro rurale  di circa 10.000 abitanti nella regione di Mopti.

Secondo le testimonianze  raccolte da Hrw, anche le forze maliane sarebbero responsabili dell’eccidio, fianco a fianco con i mercenari russi. del famigerato gruppo Wagner. Human rights watch dice di aver raccolto testimonianze da membri maliani delle forze di sicurezza  secondo cui del massacro sarebbero responsabili più di 100 uomini di lingua russa. Il Mali sostiene che la base della decisione di accettare l’arrivo del  gruppo Wagner deriva dalla scelta  della Francia di ritirare parte della sua forza di 5mila soldati dal Paese. La Russia, ha colto l’opportunità per aumentare la sua influenza in Africa, e ha confermato il suo sostegno al Mali, ma nega di aver legami con il gruppo Wagner. Ufficialmente, la Russia proibisce le milizie private, ma sono ampiamente provati i legami, anche personali, fra i suoi leader, Yevgeny Prigozhin e Dmitry Utkin,  e i vertici del Cremlino.

Anche lo stesso esercito del Mali è stato a lungo accusato di violazioni dei diritti durante le operazioni di contrasto anti-jihadista. Un portavoce militare del Mali, in un’intervista alla Reuters, ha così commentato il rapporto Hrw: “Gli abusi da parte di gruppi islamici armati non [rappresentano] una giustificazione per il deliberato massacro di persone in custodia da parte dell’esercito“.  In precedenza, un portavoce della giunta  aveva dichiarato che l’esercito del Mali dal 23 al 31 marzo aveva eliminato 203 militanti islamici, e arrestato altri 51, assicurando che “si  indagherà su ogni accusa di violazione dei diritti”. I testimoni hanno detto che Il 27 marzo i soldati maliani sono arrivati in elicottero al mercato degli animali di Moura e hanno ingaggiato una sparatoria con i jihadisti, che si sarebbero radunati sul luogo. Gli elicotteri hanno poi  bloccato le uscite del villaggio, mentre i commercianti e i civili cercavano di fuggire.

Secondo le testimonianze, i soldati hanno rastrellato la città, uccidendo diversi uomini disarmati che cercavano di fuggire e trattenendone altre centinaia. I testimoni hanno detto che gruppi di fino a 10 uomini alla volta, la maggior parte del gruppo etnico pastorale Fulani (noto anche come Peuhl), sono stati uccisi. Un commerciante ha detto che stava bevendo il tè con i suoi due fratelli mentre aspettava l’inizio del mercato quando ha sentito sparare. “Sette russi si sono avvicinati, gesticolando per farci alzare. Non c’erano soldati maliani con loro. Hanno perquisito noi e la casa, poi ci hanno portato a est del villaggio, vicino al fiume, dove abbiamo trovato altri 100 uomini” . “Un altro gruppo di russi ha indicato i miei fratelli e un altro uomo. Ho pensato che volessero interrogarli. Li hanno portati a diversi metri di distanza e li hanno giustiziati, a bruciapelo”.

L’oppositore Oumar Mariko è stato convocato dalle autorità per aver attaccato la giunta diretta da Assimi Goïta per il massacro,  e suggerito che l’esercito sia stato messo fuori gioco da “compagnie inaccettabili”. La decisione del Governo guidato dai militari del Mali di invitare i combattenti del gruppo Wagner, sul cui ruolo di contractor della Russia non vi è dubbio, sta causando crescente preoccupazione in molte capitali occidentali, che ne scorgono un ulteriore segnale della penetrazione di Mosca in Africa, dopo il caso della Siria e della Libia.Qualche reazione è in atto: la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ha annunciato un rafforzamento delle sanzioni economiche e diplomatiche a gennaio in risposta alla proposta di rinviare le elezioni, promesse per l’anno prossimo, almeno fino al 2026.

La Repubblica Centrafricana (Rca), un’altra ex colonia francese, sta già lavorando a stretto contatto con il Gruppo Wagner, e ha nominato il russo Valery Zakharov  consigliere per la sicurezza nazionale. Le Nazioni Unite ne hanno già denunciato le atrocità sulle popolazioni civili.  Nel 2018 Orkhan Dzhemal, un reporter di guerra russo noto per i suoi rapporti critici sulle politiche di Mosca, è stato misteriosamente ucciso insieme a due colleghi giornalisti russi, mentre indagavano sulle operazioni di Wagner nel Paese. Anche nel vicino  Burkina Faso Il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, l’ultimo leader militare a prendere il potere nell’area, ha chiamato al suo fianco i mercenari russi. Questo meno di un anno dopo che il Mali ha subito il suo secondo colpo di stato in 12 mesi, e il terzo in 10 anni, mentre a settembre un colpo di stato nella vicina Guinea ha posto al potere  il comandante delle forze speciali  Mamady Doumbouya.

La Francia, l’ex potenza coloniale in tutti e tre i Paesi, si è vista così soppiantare dalla Russia. Il sentimento antifrancese sta crescendo,  grazie anche ai social media, e si nutre speranza nella presenza russa perché porti stabilità. Questa settimana, all’ambasciatore francese è stato chiesto di lasciare il Mali,  e vi sono anche dubbi sul fatto che  l’Air France, uno degli ultimi vettori internazionali che collegano il Paese col resto del mondo, possa riprendere i suoi voli per la capitale Bamako. I leader del Mali continuano però a minimizzare la presenza dei mercenari, dicendo che stanno semplicemente cooperando con “addestratori russi”. Da parte loro, i membri del gruppo Wagner trovano un punto di interesse nel Paese nei ricchi giacimenti d’oro. Per ripetere lo schema già applicato nella Repubblica centroafricana, dove si sono di fatto appropriati delle miniere di diamanti, vero compenso per i loro servizi.

La Francia ha puntato sulla task force europea Takuba per mantenere un controllo sull’area. Ma questa forza europea  è a sua volta in crisi: il governo militare ha chiesto alle truppe danesi di lasciare il Mali.  E la Svezia ha annunciato il suo ritiro dalla task force. La Russia sta invece aumentando la sua influenza geopolitica in tutta l’Africa. San Pietroburgo ospiterà il secondo summit Russia-Africa alla fine di quest’anno. E ha appena  firmato un accordo che le permetterà di  stabilire una base navale in Sudan.  Anche il Covid19 ha  offerto ai russi un’opportunità per affermare la sua influenza. L’anno scorso, la Russia ha donato più di 300 milioni di dosi di Sputnik V all’Unione Africana. Diversi paesi africani hanno approvato il vaccino.

Nell’immagine di copertina soldati del Mali

 

 

 

 

 

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