Rehope: il progetto che porta l’acqua

Garantire l'accesso idrico nei campi profughi in Uganda con il Gruppo di Volontariato San Prospero e Acav

Accoglienza e integrazione sono i pilastri del progetto ReHope, realizzato dal Gruppo di Volontariato San Prospero con Acav, in Uganda. Rifugiati sud sudanesi e congolesi del distretto di Koboko sono i destinatari del progetto dell’associazione trentina, che dal 2008 si occupa di solidarietà internazionale.

A maggio 2019 nei campi profughi dell’Uganda si contavano 1.276.208 persone. Secondo i dati dell’Unhcr il Paese ha aperto le sue frontiere per dare rifugio a una massa di profughi dagli Stati vicini che fuggono da guerre o situazioni di estrema povertà. La maggior parte dei rifugiati viene dal Sud Sudan (oltre 800mila), Paese in continuo conflitto. Quasi 350mila vengono dalla Repubblica Democratica del Congo, 40mila dal Burundi, 30mila dalla Somalia e così via sino ai 2mila dell’Etiopia e ai 670 da un altro insieme di Paesi.

Torretta per posizionamento serbatoio

Rehope è pensato per garantire l’accesso all’acqua a circa 5mila profughi congolesi, scappati dai massacri e dai conflitti che caratterizzano l’Est della Repubblica democratica del Congo e che dal 2013 si trovano nel campo profughi di Waio. Due i pozzi realizzati nella subcontea di Lobule, dotati di pompa sommersa azionata da un motore elettrico, alimentato da energia prodotta da pannelli fotovoltaici. Uno dei pozzi viene utilizzato dalla scuola professionale agricola di Jabara, frequentata da mille persone l’anno e dai circa 800 abitanti, che vivono nella zona circostante. L’acqua viene utilizzata sia per le strutture della scuola, refettorio e servizi igienici, sia per l’irrigazione dei terreni coltivati della scuola: il frutteto e le coltivazioni orticole in campo aperto e in serra.

Per l’accesso all’acqua degli abitanti dell’area circostante sono state realizzate alcune fontane e un apposito impianto per la distribuzione idrica dai serbatoi ai diversi punti di utilizzo. Con il secondo pozzo si fa fronte ai bisogni d’acqua di circa 3mila rifugiati congolesi ospitati nel campo profughi di Waio e di altre 750 persone che vivono in prossimità del campo. Anche in questo caso l’acqua è utilizzata per l’irrigazione di 200 orti, coltivati da 1200 contadini rifugiati. Il progetto, iniziato nel 2019 e portato a termine nella primavera di quest’anno, è stato realizzato con il contributo della Provincia Autonoma di Trento.

Pannelli fotovoltaici per il pozzo del campo profughi di Waio

 

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