Russia, l’oppositore messo ko

di Ilario Pedrini

Una faccia e una storia che sarebbero perfette per un film di Hollywood. La pellicola di cui vi parliamo però è Made in Russia.

Il leader dell’opposizione russa è fuori gioco. È stato messo al tappeto dalla Commissione elettorale. Ad Alexei Navalny è stato infatti vietato d candidarsi alla presidenza, nelle prossime elezioni in programma a marzo del 2018.

La decisione è arrivata dopo la riunione della commissione di lavoro, composta da 12 membri. Con voto unanime la dozzina di commissari ha detto no alla sua candidatura.

Tecnicamente il divieto è stato imposto a causa della condanna quinquennale di Navalny per frode fiscale, ma gli osservatori internazionali dicono che si tratta di una decisione di matrice politica.

L’oppositore quarantunenne aveva annunciato di avere il numero necessario di firme «per presentare la propria candidatura e sfidare il presidente in carica, Vladimir Putin», scrive La Stampa.

Ma chi è Alexey Navalny? Nato il 4 giugno 1976 a Butyn, città non molto distante da Mosca, studia Giurisprudenza e diventa avvocato, specializzandosi in questioni economiche e finanziarie.

Militante del partito liberale, il legale con il volto da attore, è noto alle cronache nazionali ed estere per gli articoli apparsi sul suo blog: uno spazio online da dove ha continuato a denunciare la corruzione dilagante nel Paese.

Alexey Navalny è al vertice del cosiddetto «partito del progresso», nonché della «coalizione democratica» di cui fa parte anche il partito RPR-Parnas. Un incarico, il suo, che prima era di Boris Nemcov, morto assassinato nel 2015.  Non esattamente un bel precedente.

Nel 2013 si candidò alla carica di sindaco di Mosca. Ottenne il 27% dei consensi. Ma la cosa curiosa non è il risultato elettorale. La cosa interessante è che in quell’occasione gli venne garantito il diritto di candidarsi, nonostante sulla sua testa pesasse una condanna a 5 anni di carcere per appropriazione indebita (scontato un giorno di galera, a cui seguirono lunghi domiciliari, come ricorda il sito money.it).

«Navalny – si legge – fu accusato e poi condannato per essersi appropriato di un appezzamento di legname nel periodo in cui era consulente del governatore di Kirov, in un processo che poi fu ritenuto iniquo dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo».

A rovinare i suoi sogni di ascesa politica ci hanno pensato i giudici che nel febbraio 2017

Il Tribunale russo lo ha nuovamente condannato per lo stesso reato, impedendogli così di potersi candidare alle elezioni presidenziali 2018.  Il resto lo ha fatto la commissione elettorale.

È sempre il sito economico a parlare della “collezione” di condanne che zavorrano un oppositore capace, con il suo blog, di fare scendere in piazza migliaia di persone: «Nel 2014 Alexei Navalny ricevette una condanna assieme al fratello a 3 anni e mezzo di carcere con la condizionale ma solo per lui, accusati di aver rubato ad una società 20 milioni di rubli».

Per tanti osservatori, non amici del regime putiniano, questi sarebbero stati processi farsa.

«Domenica 26 marzo 2017 è arrivato poi il nuovo arresto per aver organizzato delle manifestazioni di protesta, a Mosca e anche in altre città russe, che non erano state autorizzate dalle autorità. Un episodio simili gli era già accaduto nel 2012, quando venne fermato in circostanze analoghe».

Dopo aver scontato 15 giorni di carcere, Alexei Navalny non ha mai smesso di continuare nella propria battaglia contro il presidente russo Vladimir Putin.

L’avvocato Navalny era l’unico uomo in grado di mettere in difficoltà Vladimir Putin. Ha invitato i suoi sostenitori a disertare le urne: «Stiamo dichiarando uno sciopero degli elettori. Chiediamo a tutti di boicottare queste elezioni, di cui non riconosceremo il risultato».

Stando ai sondaggi, Putin – che si presenta per un quarto mandato alla presidenza della Russia – riuscirà a vincere.

Il che significa – scrive Rainews – che rimarrà al potere fino al 2024. I concorrenti di Putin, allontanato Navalny, sono Pavel Groudinine (Partito Comunista), Vladimir Jirinovski (estrema destra) e Ksenia Sobchak, la trentaseienne giornalista televisiva del Partito per l’iniziativa civile russa».

 

 

 

 

 

 

 

http://www.lastampa.it/2017/12/25/esteri/la-commissione-elettorale-russa-ferma-la-corsa-di-navalny-non-potr-correre-per-la-presidenza-HzVas9p7cBzs15BlWscu4J/pagina.html

 

https://www.money.it/chi-Alexei-Navalny-oppositore-russo-Vladimir-Putin

 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Russia-bocciata-la-candidatura-di-Navalny-alle-Presidenziali-contro-Putin-7e9e3857-c61d-4c87-b532-8cf98ad49a76.html?refresh_ce

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2017/12/25/russia-nalvany-non-si-potra-condidare_1057790d-9e54-4383-a49c-5296304f7ba5.html

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