Giovedi 10 agosto i 15 membri dell’ Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, si sono incontrati ad Abuja in Nigeria e hanno poi reso noto che tutte le opzioni, dalle sanzioni al divieto di viaggio sino all’uso della forza, sono state messe sul tavolo per ripristinare l’ordine costituzionale in Niger dopo il colpo di Stato del 26 luglio e hanno pertanto ordinato l’attivazione di una standby force. Il vertice di emergenza tiene il punto ma prende comunque tempo dopo che la precedente minaccia di usare la forza per ripristinare la democrazia in Niger è stata ignorata
Victoria Nuland, Vice segretario di stato ad interim degli Stati Uniti, ha visitato il Niger per spingere le autorità golpiste a ripristinare il regime democratico dopo il rovesciamento del Presidente Mohamed Bazoum in luglio. L’inviata di Washington ha dichiarato che il 7 agosto ha avuto colloqui “franchi e difficili” con il leader militare Moussa Salaou Barmou e tre dei suoi colonnelli nella capitale del Niger, Niamey. È stato il primo viaggio di un funzionario statunitense nel Paese dal golpe militare del 26 luglio. Ha colpito che la Nuland non abbia incontrato il leader dei golpisti, generale Abdourahamane Tchiani.
Il 7 agosto, mentre stava per scadere l’ultimatum che da ieri notte potrebbe precludere a un intervento armato dell’Ecowas, il governo militare del Niger ha chiuso lo spazio aereo del Paese dopo aver respinto la minaccia degli Stati dell’Africa occidentale che vogliono reintegrare il Presidente deposto Mohamed Bazoum e che altrimenti rischiano un intervento militare su cui però non c’è unanimità. La decisione è stata annunciata nella tarda serata di domenica mentre decine di migliaia di sostenitori del nuovo governo golpista si sono riuniti nello stadio nella capitale Niamey a sostegno dei militari che hanno preso il potere col nome di Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp) guidato dal generale Abdourahamane Tchiani.
Se al momento l’ipotesi dell’intervento appare congelata per l’opposizione netta di alcuni membri (come l’Algeria) e la presa di distanza dei senatori della Nigeria (il Paese più bellicoso), I leader dell’Africa occidentale si sono dati appuntamento per un incontro il prossimo giovedì per discutere del dossier Niger salito alla ribalta dopo il golpe militare del 26 luglio e dopo che Niamey ha sfidato l’Ecowas ignorando platealmente la minaccia di un intervento militare al fine di reinsediare il Presidente legittimamente eletto estromesso dai militari.
Aggiornato alle 19 ora italiana del 10 agosto 2023
Leggi l’intervista a Francesco Tamburini dell’Università di Pisa sulla cultura della militarizzazione del Sahel