“Esiste una reale possibilità di scontri tra gruppi opposti di manifestanti e forze di sicurezza” aveva avvertito l’Ambasciata statunitense ad Harare con una nota ma ci hanno pensato le forze di sicurezza dello Zimbabwe a chiudere la partita: hanno emesso un divieto di circolazione nelle strade della capitale, Harare, e costretto i negozi a chiudere ieri, un giorno prima delle previste proteste anticorruzione che si sarebbero dovute tenere oggi. Le strade della città sono insolitamente deserte, riferisce la Bbc dalla capitale, e i cittadini sono stati diffidati dal prendere parte alle manifestazioni di venerdì che, secondo il governo, sarebbero sobillate da potenze straniere.
Ma sotto accusa in realta’ c’e’ la rabbia popolare e dell’opposizione per la crisi economica e la corruzione contro cui numerosi partiti, chiese e gruppi della società civile hanno invitato gli Zimbabwe a protestare venerdi. Tra gli episodi piu’ eclatanti, il licenziamento del Ministro della sanità dello Zimbabwe, Obadiah Moyo, accusato di manovre per l’acquisto di mascherine e altre attrezzature per proteggersi dal Coronavirus. Infine, lo Zimbabwe è anche alle prese con la peggiore crisi economica degli ultimi dieci anni mentre gli infermieri sono scesi in sciopero, chiedendo di essere pagati in dollari americani.
La foto e’ tratta dal sito dell’Ufficio del Turismo del Paese
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(Red/Est)