75 anni e sentirli tutti

Il compleanno di una Dichiarazione Universale dei Diritti Umani diventata troppo vecchia

di Raffaele Crocco

Sembra una vecchia foto di famiglia. Meglio: un vecchio trofeo, una coppa vinta in una gara podistica di tanti anni prima e lasciata su uno scaffale, a riempirsi di polvere. Perché, ammettiamolo: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è diventata vecchia. Oggi compie 75 anni e li dimostra tutti. Nessuno la considera davvero. Principi e contenuti sono diventati vuota retorica in discorsi di gente tornata a concepire i rapporti umani come nel secolo scorso, con la virile idea che in politica – estera o interna, non importa – quello che conta è essere dominatori.

Guardiamo le cose per quel che sono. Sono 31 le guerre in corso nel Pianeta e almeno una ventina le aree di grande crisi. Ognuna di queste, guerre o crisi, è effetto dei medesimi problemi irrisolti: cattiva distribuzione della ricchezza e delle risorse, sfruttamento degli esseri umani e del territorio, assenza di diritti politici, sociali, del lavoro. E’ esattamente l’elenco dei principi non applicati contenuti nella Dichiarazione. Questo vale per almeno metà della popolazione mondiale. Nell’altra metà del Pianeta, quella dove viviamo anche noi, meno in crisi e meno povera, la Dichiarazione sta invece sfumando nelle democrazie sempre meno inclusive, nei diritti del lavoro ormai superati dalla contrattazione ricattatoria individuale, nello stato sociale prosciugato di senso e significato, sostituito dalla carità e dalla buona volontà delle associazioni di cittadini.

E pensare che la Dichiarazione è, ancora oggi, il più bel documento concepito dalla mente degli esseri umani. E’ stata ed è capace di ribaltare convinzioni e convenzioni secolari. Pensate al principio su cui poggiano i 30 articoli: ogni essere umano della Terra, a prescindere da appartenenza geografica, sesso, colore della pelle, età, ha i medesimi diritti inalienabili, che nessuno può togliere o cancellare. E li ha, sono suoi, per il puro fatto di essere venuto al Mondo, di essere nato.

E’ un’idea stravolgente e grandiosa. Rovescia il pensiero prevalente per secoli, che i diritti fossero una concessione. Venissero cioè erogati – o negati – per volontà di un governo, un re, un dio. Invece no, i diritti diventano patrimonio individuale e, sommando gli individui, collettivo. Bisogna ammettere che questa idea innovativa non ha mai convinto tutti. Molti, ad esempio, sostengono sia una visione troppo “eurocentrica” del Mondo, figlia della convinzione europea di essere il centro della cultura, del pensiero e della politica e di avere quindi imposto principi utili a lavare la coscienza da secoli di colonialismo. Nelle culture africane o nell’islam, in molte fasce del cattolicesimo integralista, questa idea del diritto inalienabile per nascita e non per concessione fatica a passare. Così come in molti luoghi del Mondo, le idee di uguaglianza di genere e tra esseri umani, di libertà politiche, di associazione e di pensiero restano aliene alla quotidianità.

Così, unita alla diffidenza crescente delle nostre fragili democrazie, la Dichiarazione è diventata vecchia negli intoppi che ha trovato. Troppo nuova per piacere a tutti e trovare applicazione, l’abbiamo lasciata ingiallire, perseverando nei comportamenti contrari: sfruttamento del prossimo, chiusura delle frontiere e degli spazi, militarizzazione del confronto e della politica.

Questo il quadro. C’è da essere pessimisti? No, c’è da reagire, mettendo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani al centro dell’azione politica e del progetto sociale delle nostre amministrazioni e dei nostri governi. Dobbiamo rivitalizzare la Dichiarazione facendola conoscere, diffondendola, trasformandola negli atti concreti che ognuno di noi vive giornalmente: poter andare a scuola, riuscire a curarsi, avere un’idea ed esprimerla. Non conoscere la Dichiarazione significa, per ogni cittadina o cittadino del Mondo, imparare a guidare senza fare l’esame teorico per la patente. Senza conoscere i segnali stradali o le norme del codice, prima o poi si va sbattere da qualche parte. E’ il destino che ci aspetta se lasciamo crescere la polvere sulla Dichiarazione: sbattere definitivamente contro un muro.

Segnaliamo: “I Diritti Umani: 75 anni di?” Lunedì 11 dicembre, in occasione del settantacinquesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’Assemblea del Forum trentino per la pace e i diritti umani organizza a Trento  in Via Calepina 1, sala conferenze della Fondazione Caritro, una rassegna dedicata ai temi della pace e dei diritti umani. Informazioni e programma. Sempre lunedì 11 dicembre 2023, dalle 18.15 alle 19.45 a Trento, Unimondo vuole condividere il compleanno, festeggiando con un incontro proprio nel cartellone intenso e condiviso della giornata “75 anni di diritti umani?”  del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Informazioni e programma.

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