Ayatollah e shopping iraniano

di Andrea Tomasi

Un ayatollah ultraconservatore di 90 anni, Ahmad Jannadi è stato eletto il 24 maggio con 51 voti su 86, presidente dell’Assemblea degli Esperti. Si tratta dell’«organismo di religiosi» con il compito di nominare la nuova Guida Suprema, cioè l’uomo che erediterà da Khamenei «il controllo di  tutti i poteri in Iran». È questa la sintesi fatta dall’agenzia Ansa in merito a uno degli eventi più importanti per il panorama medioorientale e, in realtà, mondiale. «È uno scacco al presidente della Repubblica Hassan Rohani, anche lui membro dell’assemblea degli esperti, e al suo potente alleato, l’ayatollah Rafsajani, passato con una pattuglia di fedelissimi nel campo moderato, dopo molti cambi di casacca. I fondamentalisti, legati a Khamenei e ai Pasdaran, hanno dimostrato di sapersi ricompattare e di allargare la loro base di consenso al momento delle scelte importanti» scrive Elisa Pinna.
Nelle elezioni dello scorso febbraio, i moderati pro-Rohani della «Lista della Speranza» avevano conquistato una maggioranza relativa nel Parlamento e, sulla carta, ottenuto poco meno della metà delle 86 poltrone dell’Assemblea degli Esperti. Il 24 aprile il panorama si è però rivelato del tutto diverso: Jannadi – non proprio «sostenuto» dagli Usa (ha definito gli americani «lupi assetati di sangue») – ha ottenuto più voti del previsto, mentre  il candidato di Rafsajani-Rohani, l’ayatollah Ebrahim Amini, «si è fermato al magro risultato di 21 voti, seguito dall’indipendente Mahomud Hashima Shahroudi con 13 voti».
Jannadi vanta già un certo potere: è anche segretario del Consiglio dei Guardiani, il direttorio di religiosi e giuristi con potere di veto su tutta l’attività parlamentare. «Anche se appare improbabile che, con i suoi 90 anni, sia destinato a pilotare la successione di Khamenei, il quale di anni ne ha 77, il segnale mandato al Paese e al presidente riformista  è chiaro». Domina il radicalismo fondamentalista. Il vincitore si è opposto all’accordo sul disarmo nucleare ed ha indicato l’Occidente come il vero creatore di al Qaida. Mentre la durata dell’Assemblea degli Esperti è di 8 anni, la carica di presidente si rinnova ogni due anni. Il momento – nota Pinna – non è facile per il presidente Rohani. «Gli ultraconservatori, contrari ad ogni apertura, hanno ripreso campo, dagli arresti delle modelle che si presentano senza velo su Instangram allo scontro frontale con l’Arabia Saudita».
Ma non si parla solo si esercizio dialettico, di difesa dei costumi della tradizione e di incitazione all’odio. L’Iran è considerato un Paese dove esiste un traffico di armi micidiali, che possono e potranno essere utilizzate per gli scopi più disparati. E qui entra in ballo l’Italia. Nel marzo scorso, in riva al lago di Como, si è scoperto che c’era chi si stava dando allo shopping di elicotteri e lanciamissili. Ci sono stati sei arresti eseguiti su ordine della procura di Milano (procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, pm, Adriano Scudieri). In pratica – si legge su Repubblica si è scoperto che vere e proprie «Guardie rivoluzionarie» iraniane, a partire dal 2011 abbiano tentato di acquistare armi in Italia «per finanziare la rivoluzione islamica». I sei, secondo l’accusa, avrebbero anche «mostrato un livello di confidenza verso la tematica degli armamenti, con una allarmante dimestichezza commerciale anche nei confronti di preparati utili per il processo di produzione di armi nucleari».
I protagonisti della spy story italo iraniana avrebbero cercato di esportare in Iran, attraverso la Società italiana elicotteri, «un numero non meglio identificato di elicotteri Bell 412 Black Hawk, da ritenersi a doppio uso civile e militare (…), macchinari utili alla modificazione di tubi in acciaio da utilizzare per il lancio di missili terra- aria e da esportare illegalmente in Iran (in questo caso l’affare è saltato «per motivi economici) (…) e macchinari Noc/ Base station per la realizzazione di una rete di comunicazione sicura a larga banda per scopi militari». Iraniani pronti ad armarsi fino ai denti.
E sullo sfondo c’è anche il pericolo della bomba atomica. In un’intercettazione del 2012 il presunto capo del gruppo di trafficanti allarmò gli investigatori: «Dialogando con certo Afrashte, esplicitamente esclama “Esplosione! Esplosivi oppure atomica!”». Aggiungendo di aver bisogno di «un motore specifico… ». Poi fece un riferimento alla «torta gialla» (yellow cake), che rappresenta il prodotto di purificazione dei minerali estratti dall’uranio.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/03/05/elicotteri-e-lanciamissili-lo-shopping-di-armi-dei-pasdaran-iraniani21.html

http://www.dirittiglobali.it/2016/03/82258/

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