di Alice Pistolesi
Sembra finita l’era di Paul Biya: 85 anni di cui 36 da presidente del Camerun, in politica dal 1960, ovvero dall’indipendenza del paese dalla Francia. Domenica 7 ottobre si sono svolte le elezioni presidenziali e il vincitore delle votazioni è Maurice Kamto, 64 anni, ministro della Giustizia dal 2004 al 2011. Kamto aveva fondato nel 2012 un proprio partito politico, il Movimento per la rinascita del Camerun.
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Il clima in cui si sono svolte le elezioni non era certo mite: tre i morti, uccisi a colpi d’arma da fuoco a Bamenda, capitale delle province anglofone. La vittoria di Kamto è stata da molti giudicata una vera sorpresa per il Paese e rimane da capire se Biya accetterà sportivamente il risultato. L’ex presidente è stato negli ultimi anni al centro delle critiche. Il Paese si trova infatti un momento drammatico tra gli attacchi dei terroristi di Boko Haram (123 civili uccisi e 250 mila sfollati interni nel solo 2018) e la questione delle rivolte nelle regioni anglofone. Rivolte sedate nel sangue e che hanno provocato, solo nel 2018, almeno 400 vittime. Nonostante la durissima repressione il presidente non è riuscito a bloccare la proclamazione dell’indipendenza della Regione, comunque non riconosciuta né a livello internazionale né tantomeno nel Paese.
Da anni le province anglofone hanno iniziato una battaglia per richiedere più autonomia, a tratti in chiave federalista, in altri indipendentista. Le province si battono anche contro la discriminazione e l’esclusione dai ruoli di potere. Anche per mancanza di rappresentanza molti abitanti delle regioni anglofone hanno boicottato le elezioni. Secondo molti osservatori il Paese è allo sbando: controllato da truppe mercenarie, e da un esercito che non risparmia repressioni sanguinarie e spesso sommarie.
Come confermato da diverse Ong, tra le quali Amnesty International La situazione umanitaria è desolante, con oltre 230mila persone sfollate internamente. Nell’estremo nord sono presenti anche circa 98mila rifugiati nigeriani. Uccisioni extragiudiziali e sparizioni forzate sonop all’ordine del giorno.
La foto è tratta dal profilo Facebook di Maurice Kamto e ritrae un momento del comizio con i suoi sostenitori il 6 ottobre