Camerun, la riscossa degli anglofoni

Il sequestro di 79 studenti compiuto da un gruppo scissionista accende i riflettori sulla violenza in corso nel Paese

di Alice Pistolesi

Gli studenti della scuola presbiteriana rapiti in Camerun nella notte fra il 4 e il 5 novembre sono stati liberati ma i problemi del Paese restano e si fanno sempre più evidenti.

Il rapimento dei 79 ragazzi tra gli 11 e i 17 anni della scuola di Bamenda, nel nord ovest del Paese, ha infatti acceso i riflettori sullo stato degli scontri tra gruppi secessionisti in Camerun.

Con ogni probabilità i sequestratori (che tengono ancora in ostaggio la preside e un insegnate della scuola) apparterebbero ad un gruppo secessionista anglofono, gli “Amba boys”, sospettati di aver commesso di recente altri rapimenti di alunni della scuola.

I cosiddetti ‘Ragazzi Amba’ hanno diffuso un video sui social network, nel quale i ragazzi sono (probabilmente costretti) a ripetere: “Vogliamo andare a casa, non vogliamo più andare a scuola”.

Un fermo-immagine tratto dal sito della tv spagnola Rtve

In Camerun, infatti, la lingua francese è quella ufficiale ed è quella che si parla nelle scuole. Anche se il video non è stato verificato, i genitori dei bambini hanno riconosciuto i loro figli nella ripresa.  A causa del rapimento la dirigenza della scuola ha deciso di mandare a casa i suoi 700 alunni e di sospendere le lezioni dal momento che la sicurezza “non è garantita dallo Stato mentre i gruppi armati continuamente li attaccano e li rapiscono”.

Nel settembre 2018, durante l’inizio dell’anno scolastico, sei studenti sono stati rapiti insieme al direttore di una scuola elementare nella stessa regione anglofona e un direttore di un’altra scuola è stato ucciso.

Il sequestro dei 79 ragazzi è avvenuto a poche ore dal giuramento del capo di stato Paul Biya, presidente 85enne del Camerun eletto per il suo settimo mandato con votazioni non limpide e sospettate di brogli.

Nel suo discorso inaugurale (pronunciato in francese) ha fatto riferimento al conflitto nell’area anglofona: “E ‘ovvio che l’obiettivo dei secessionisti sta minando la nostra Costituzione.” Nel discorso ha poi chiarito la sua posizione , promettendo alla popolazione che i separatisti saranno assicurati alla giustizia. Il che esclude una negoziazione pacifica.

Dal 2017 le aree del Nord-Ovest e del Sud-Ovest del Camerun sono in preda all’instabilità causata dai separatisti di lingua inglese, che hanno proclamato la secessione dal resto del Paese e la creazione di uno Stato indipendente, chiamato Ambazonia.

Alla secessione è seguita la dura repressione dei militari governativi. Gli scontri con i gruppi secessionisti hanno provocato la morte di centinaia di persone e oltre 200mila civili sono stati costretti a lasciare la zona per sfuggire alla violenza.

Nel 2016 la richiesta di un uso più equo della lingua inglese nei tribunali e nelle scuole nelle regioni anglofone del Nord-Ovest e Sud-Ovest era partita in maniera pacifica con proteste e manifestazioni. La richiesta di diritti è però presto degenerata.

Circa un quinto dei 22 milioni di abitanti del Camerun parlano inglese, una minoranza la cui presenza risale al periodo coloniale. Il Camerun era infatti una colonia britannica e francese fino al 1960.

*Nella foto di copertina la bandiera dell’Ambazonia

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