Congo, omicidi mirati

Don Étienne Mutembe, parroco di Kitchanga è stato ucciso dopo la messa. Almeno 15 i gruppi armati attivi secondo il vescovo di Goma

La Repubblica Democratica del Congo non è un luogo sicuro per nessuno, neppure per i religiosi.

L’Agenzia Fides dà la notizia dell’uccisione di don Étienne Mutembe, il parroco di Kitchanga. Il religioso è morto sul colpo dopo essere stato raggiunto da uno sparo alla testa subito dopo la messa, durante un incontro con i propri collaboratori, a Kyahemba.

Nella regione del Nord Kivu, di cui anche la città di Kyahemba fa parte, operano almeno 15 gruppi armati diversi. Con don Étienne sono tre i preti uccisi nell’area nel 2017.

“Le inchieste sui responsabili – ha riferito all’Agenzia Fides il vescovo della diocesi di Goma Théophile Kaboy Ruboneka – non concludono mai nulla. Da parte nostra faremo di tutto per identificare gli assassini di don Étienne, anche se non ci facciamo molte illusioni. In questi casi i testimoni temono per la propria vita e quella dei loro cari e difficilmente offrono elementi utili alle indagini. Qui nel Nord Kivu viviamo nel caos totale. La situazione della mia diocesi di Goma, come quella di Butembo-Beni, è incredibile. Siamo completamente abbandonati da tutti”.

La situazione della Repubblica Democratica del Congo è drammatica. Gli scontri su base etnica nel Nord Kivu, nell’Est della Repubblica Democratica del Congo tra milizie hutu e milizie nande e nell’are del Kasai, dove è nata l’opposizione a presidente Joseph Kabila, sono all’ordine del giorno.

Allo scenario di guerra si deve infatti aggiungere la profonda instabilità politica. Alla fine del 2017 il presidente, non rieleggibile, è stato costretto a fissare la data delle elezioni a causa delle pressioni interne ed esterne, ma in molti si attendono colpi di mano.

Il suo mandato presidenziale era scaduto il 20 dicembre 2016 ma Kabila era rimasto al potere rimandando le presidenziali all’aprile del 2018. La decisione aveva scatenato violente proteste in tutto il Paese.

Nei giorni scorsi Medici senza Frontiere ha riferito che gli scontri sono arrivati ad assalire anche l’ospedale di Kakenge, villaggio a 180 km a nord da Kananga.

Il conflitto tra il governo centrale e alcune popolazioni tribali nella regione del Grand Kasai, era già precipitato nella primavera 2017. Qui la violenza era stata caratterizzata da villaggi bruciati e stupri di massa.

Ad agosto 2017  l’Onu aveva scoperto 80 fosse comuni, accusando pubblicamente l’esercito regolare di Kinshasa di essere il principale responsabile.

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