Il miliardario premier del Libano

Najib Mikati ha ottenuto l'incarico dal Presidente di formare un nuovo esecutivo, mentre la crisi economica e sociale è fuori controllo

In Libano Najib Mikati ha ottenuto, dopo le consultazioni parlamentari, l’incarico dal presidente libanese Michel Aoun di formare un nuovo esecutivo. Najib Mikati, classe 1955, è un miliardario, già ministro dei lavori pubblici e dei trasporti, due volte premier (la prima volta per pochi mesi nel 2005 e poi nel 2011), capo del movimento Azm e uno degli uomini più ricchi e potenti del Paese.

Secondo l’ultima classifica della rivista “Forbes”, Najib Mikati e suo fratello Taha sono tra le sei persone più ricche del Libano, insieme a quattro membri della famiglia dell’ex primo ministro assassinato Rafic Hariri. Mikati arriva al potere dopo dieci mesi di stallo politico, causato oltre che dalle proteste e dalla crisi, anche dell’esplosione del 7 agosto 2020.

L’instabilità politica non è una novità per il Libano. L’ultimo Governo guidato da Saad Hariri aveva ottenuto la fiducia dopo nove mesi di trattativa, mentre quello di Hassan Diab ha aspettato novanta giorni. Mustapha Adib, ex Ambasciatore del Libano in Germania, aveva tentato di formare un esecutivo dopo l’esplosione al porto di Beirut e le dimissioni di Diab. Dopo di lui c’era stato poi un altro tentativo di Hariri.

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Subito dopo la sua nomina Mikati ha riferito alla stampa che “con la collaborazione del presidente, formeremo un governo secondo l’iniziativa francese”. Il nuovo premier faceva riferimento a a una tabella di marcia sulle riforme economiche e strutturali che il presidente francese Emanuel Macron ha presentato in Libano nell’agosto 2020. Il neo premier ha dalla sua parte la maggioranza dei blocchi parlamentari, tra cui il movimento sciita Hezbollah e il partito Al Mustaqbal di Hariri, ma non ha ottenuto il sostegno dei blocchi cristiani Repubblica forte (Forze libanesi) e Libano forte (Corrente patriottica libera).

L’uomo d’affari, comproprietario del conglomerato multimiliardario del Gruppo M1, specializzato in comunicazioni, dovrà fare i conti con una situazione economica sempre più disastrosa: metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e la moneta ha perso oltre il 90% del suo valore. Nel sistema politico libanese, la carica di primo ministro deve essere ricoperta da un musulmano sunnita, la presidenza è detenuta da un cristiano maronita e il presidente del parlamento è un musulmano sciita. Questa tipo di suddivisione del potere è stata ed è al centro delle proteste sociali e politiche che scuotono il Paese dal 2019 e che si battono contro la corruzione e l’inefficienza proprio di quella classe politica.

(Red/Al. Pi.)

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