Vestfalia senza pace

Ancora nell'occhio del ciclone la regione tedesca presa di mira dalle alluvioni

Non c’è pace nella regione tedesca fortemente colpita dalle alluvioni cui è dedicato questo articolo di Fendinebbia: Due persone sono morte e almeno 31 sono rimaste ferite dopo che un’esplosione ha scosso un impianto chimico a Leverkusen. Gli operatori del sito affermano che non è ancora chiaro cosa abbia causato l’esplosione. L’esplosione seguita da un incendio ha colpito martedì un parco industriale chimico nella città tedesca occidentale provocando due morti e decine di feriti. Decine i dispersi.

A quasi due settimane dalle alluvioni che hanno severamente colpito la Germania, a Berlino si tenta di fare un primo bilancio relativo al numero delle vittime, ai danni alle infrastrutture e alle perdite economiche. La conseguenza principale della catastrofe sono senz’altro le 170 persone che hanno perso la vita nel Paese, a cui se ne sommano altre decine nei vicini Belgio e Olanda. Ma alle perdite umane si aggiungono ovviamente quelle finanziarie: le stime sono ancora incerte, ma già si parla dell’inondazione più costosa della storia tedesca, con almeno 5 miliardi di euro di danni. Particolarmente interessati sono strade, ponti e ferrovie, con la sola compagnia ferroviaria Deutsche Bahn che ha previsto costi per 1,3 miliardi. Oltre al disagio dovuto all’impossibilità di utilizzare le vie di comunicazione, molti cittadini devono patire la mancanza di elettricità e il danneggiamento delle proprie case: oltre 40 mila abitazioni risultano infatti compromesse da fango e acqua e meno della metà dei loro proprietari dispongono di assicurazioni che possano risarcirli.

Se da un lato è necessario concentrarsi su come affrontare l’emergenza e risolvere le questioni più urgenti, dall’altro le alluvioni hanno ovviamente sollevato problematiche più estese. In particolare, gli eventi hanno mostrato nel giro di poche ore quanto il cambiamento climatico possa essere minaccioso e, soprattutto, come questo possa colpire anche uno Stato ricco e potente come la Germania, distruggendo le strade ordinate e le case curate alla perfezione di città come Hagen. Uno dopo l’altro, i politici tedeschi si sono allineati nell’affermare come i fatti fossero un effetto diretto del riscaldamento globale e nell’insistere sulla necessità di politiche ambientali coraggiose: e se le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Steinmeier e della Presidente della Commissione Von der Leyen non possono definirsi una sorpresa, diverso è il discorso per chi, come il bavarese conservatore Seehofer, aveva fin qui dimostrato un forte scetticismo verso queste tematiche.

Accanto alla questione del cambiamento climatico, sono emerse criticità relative anche a quello che è l’utilizzo del suolo in Germania, soprattutto per quanto riguarda la forte presenza dell’uomo in prossimità dei corsi d’acqua. L’attenzione verso questi temi dovrebbe essere forte in uno stato come la Germania, caratterizzato dalla presenza di grandi fiumi come Elba, Danubio e Reno e dai loro numerosi affluenti. Eppure, si sottolinea come troppo spesso la cementificazione sia arrivata fino alle rive dei fiumi e la costruzione di case e strade abbia tolto ai corsi d’acqua gli spazi necessari per smaltire, in maniera naturale, le proprie piene.

Le inondazioni hanno quindi sollevato una serie di problemi che, ad appena due mesi dalle elezioni, potrebbero influenzare in maniera significativa il voto e i risultati dei singoli partiti. Il fatto che al centro del dibattito ci siano per lo più temi legati all’ambiente potrebbe far pensare ad un vantaggio netto per il partito dei Verdi e per la sua leader Annalena Baerbock: i primi sondaggi, tuttavia, fanno pensare che non sia così. La candidata ecologista paga infatti una campagna elettorale sottotono e il fatto di non ricoprire alcuna carica pubblica, aspetto che l’ha portata a recarsi sul luogo delle alluvioni senza che la sua presenza fosse pubblicizzata e quindi seguita dai giornalisti: una scelta voluta, per non dare l’impressione di voler sfruttare la disgrazia per i propri fini, ma che non ha avuto l’effetto sperato. Soprattutto però, i Verdi sono penalizzati dalla volontà tedesca di buona gestione e stabilità: secondo un sondaggio di Der Spiegel, infatti, oltre la metà della popolazione è consapevole che gli ambientalisti sarebbero i più adatti a gestire la crisi climatica, ma teme le politiche troppo estreme di questo partito e la sua mancanza di esperienza al governo.

Anche chi invece l’esperienza la possiede, però, non sta riuscendo a sfruttare la situazione. Il candidato conservatore Armin Laschet, governatore del Nordrhein Westfalen piegato dalle inondazioni, è stato accusato di comportamento inappropriato, per aver riso in maniera scomposta mentre visitava i luoghi colpiti. Il socialdemocratico Olaf Scholz, invece, potrebbe beneficiare del suo ruolo nella fornitura di aiuti, in quanto Ministro delle Finanze, ma la sua figura continua a non raccogliere un consenso ampio e lui non sembra in grado di far uscire il suo partito dalla profondissima crisi in cui si ritrova ormai da anni.

Se le alluvioni influenzeranno le elezioni, perciò, è probabile che lo faranno non tanto cambiando gli equilibri tra le forze politiche, ma piuttosto modificando i loro programmi elettorali. In ogni caso i prossimi due mesi saranno fondamentali, soprattutto per i partiti di governo, che non potranno permettersi passi falsi ma avranno allo stesso tempo l’opportunità di provare a gestire al meglio l’emergenza.

In copertina uno scatto di Damon Lam

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