Il rinvio del voto infiamma il Senegal

Un "colpo di stato istituzionale" che sta provocando scontri e proteste duramente represse dalle forze di polizia

Il rinvio delle elezioni presidenziali infiamma il Senegal. Il presidente Macky Sall, in carica dal 2012 e rieletto nel 2019, aveva annunciato il 3 febbraio, in un discorso televisivo alla nazione, il rinvio delle elezioni previste per il 25 dello stesso mese, a causa di una controversia sulle liste dei candidati ammissibili. Nello stesso discorso, Sall, leader dell’Unione Africana tra il 2022 e il 2023, aveva ribadito la volontà di non ricandidarsi per un terzo mandato, ma non aveva fornito indicazioni certe sulla data per le nuove elezioni.

Dopo l’annuncio televisivo il parlamento ha votato un’estensione del mandato del Presidente. Il voto in parlamento ha avuto luogo dopo che i deputati dell’opposizione sono stati allontanati con la forza dall’aula mentre il dibattito era in corso. Dopo la votazione, 39 deputati della coalizione di opposizione e diversi candidati alle elezioni hanno presentato ricorsi alla Corte Costituzionale.

Le proteste di piazza, dopo quello che molti osservatori hanno definito un “colpo di stato istituzionale”, non si sono fatte attendere. Il 9 e 10 febbraio si sono svolte manifestazioni in tutto il Paese, che sono state immediatamente disperse dalle forze di sicurezza. Sarebbero almeno tre i morti. Nella capitale Dakar, la capitale, la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni e i manifestanti hanno risposto lanciando pietre ed erigendo barricate. L’opposizione ha denunciato l’operato del presidente e condannato la repressione delle manifestazioni.

Denunce condivise anche dalla ong Amnesty International. “Le autorità senegalesi – ha dichiarato Samira Daoud, direttrice regionale di Amnesty International per l’Africa centrale e occidentale- continuano a mostrare totale disprezzo per il dissenso pacifico. Le autorità devono indagare in modo tempestivo, approfondito, indipendente, imparziale, trasparente ed efficace sull’uso letale della forza contro i manifestanti, inclusa l’uccisione di tre persone durante il fine settimana”. Secondo quanto riportato dalla ong è dal 4 febbraio che gli agenti di polizia stanno effettuando un’allarmante ondata di arresti, radunando manifestanti e reprimendo brutalmente le proteste.

E non mancano attacchi contro la stampa. In un video esaminato da Amnesty International, si vedono agenti di polizia attaccare brutalmente manifestanti pacifici e sparare gas lacrimogeni contro i giornalisti.

Anche a causa di quanto sta avvenendo in Senegal, il 12 febbraio si è tenuta una sessione straordinaria dei ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) nella capitale della Nigeria, Abuja. All’ordine del giorno la crisi politica in Senegal e le controversie con i governanti delle giunte militari di Burkina Faso, Mali e Niger. L’Organizzazione ha esortato il Senegal a ritornare al suo calendario elettorale, ma in molti hanno messo in dubbio l’influenza del gruppo su Paesi sempre più instabili.

*Foto di Victor Rutka su Unsplash

Tags:

Ads

You May Also Like

Thailandia, la scommessa di Pita

Il leader del Partito Move Forward,  progressista e poco indulgente con la Corona, ieri in Parlamento ha perso il primo round per la nomina a premier. Ma non molla

“Lo accetto ma non mi arrendo”, ha detto Pita Limjaroenrat il leader del Partito ...

Hamas, il principe di Gaza

Un’analisi dell’organizzazione che comanda nella Striscia e del vantaggio che trae la destra israeliana dalla sua politica

Liberi i due giornalisti birmani della Reuters

Erano stati condannati in Myanmar a sette anni di carcere per violazione del segreto di Stato

Liberi. Finalmente liberi. Wa Lone e Kyaw Soe Oo, i due giornalisti birmani della ...