Migranti. L’Europa e gli altri

Opinioni. Dopo la visita di Von der Leyen e Meloni a Lampedusa, riflessioni sulla linea "muscolare" e securitaria dei Paesi europei (e dell'Italia)

di Luciano Bertozzi

“Chi entra in Europa lo decidiamo noi”. Lo ha detto Ursula Von der Leyen, nella sua vista lampo a Lampedusa. L’Europa continua con la linea dura, perseverando in politiche repressive, come ad esempio l’aumento della sorveglianza aerea e marittima, la distruzione delle imbarcazioni con cui affrontano la traversata, la stipula di accordi con Paesi terzi per reimpatriare rapidamente i migranti ed in particolare con la Tunisia. Questa linea è coerente con la linea di pagare Paesi extraeuropei, come la Turchia che riceve miliardi di euro per bloccare sul proprio territorio migranti provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan e da altri Paesi mediorientali ed asiatici.

Anche la Presidente Meloni ha ribadito la linea muscolare, con l’adozione di un decreto-legge per rendere ancora più dura la vita ai migranti, per rendere più difficili le partenze, aumentare il numero dei Centri di Permanenza Temporanea in cui vengono detenuti in via amministrativa (cioè non da un giudice) e la permanenza nei medesimi Centri fino ad un massimo di 18 mesi .Addirittura vorrebbe un blocco navale, peraltro vietato dal diritto internazionale.

L’Unione Europea e l’Italia insistono con politiche fallimentari, al di là degli slogan: i dati ufficiali del Ministero dell’Interno fotografano una realtà ben diversa dalla propaganda, da inizio anno al 18 settembre sono arrivate 130.000 persone (circa il doppio del medesimo periodo 2022 ed il triplo dello stesso periodo 2021). E’ clamoroso che si gridi all’emergenza, da anni, quando senza tanti proclami abbiamo accolto in pochissimo tempo oltre 150.000 ucraini in fuga dalla guerra. La cosa ci fa onore, ma evidentemente esistono esseri umani di serie A, biondi ed europei ed altri di serie B, neri ed extraeuropei.

Di fronte all’ennesima passerella dei “potenti” a Lampedusa, gli abitanti dell’isola hanno affrontato gli innumerevoli sbarchi dei giorni scorsi con la consueta umanità e solidarietà, rifocillando e dando ospitalità ai tanti sbarcati in Italia dopo una vera e propria odissea. Ecco la migliore risposta alle poltiche xenofobe. Ancora una volta l’Europa rinnega i propri valori fondanti, come il diritto all’asilo, ma soprattutto arrogandosi il diritto di decidere chi potrà cercare una vita più degna di essere vissuta nel Vecchio Continente e chi invece dovrà rimanere alla mercè degli aguzzini di regimi sostenuti proprio dai Paesi europei. Bisogna ricordare che la Guardia Costiera libica, a seguito del memorandum italo-libico del 2017 firmato da Gentiloni, finanziata ed addestrata dall’Italia, ha riportato nei lager dell’ex colonia migliaia di naufraghi che cercavano scampo nel nostro Paese. Il Memorandum, voluto dal PD quando era al governo è ancora in vigore, a dimostrazione di quanto la linea repressiva sia bipartisan. Solo quest’estate il PD ha rinnegato se stesso ed ha votato in Parlamento contro la proroga di tale finanziamento.

Va ricordato che questi disperati non fuggono da Paesi colpiti da ineluttabili calamità naturali, bensì da quelli sconvolti dai conflitti e dalla fame, di cui l’Occidente ha grandi responsabilità, con le vendite di armi e con politiche neocoloniali per il possesso, a prezzi stracciati, delle materie prime indispensabili alle nostre economie. I Paesi africani, inoltre, pur non essendo responsabili del cambiamento climatico ne subiscono più di tutti le gravissime conseguenza. Per molti, che non possono più coltivare o allevare il bestiame non c’è alternativa all’ emigrazione. Bloccare le partenze, come vorrebbe fare la Presidente Meloni, non ha alcun senso.Servirebbero, invece, corridoi umanitari ed una redistribuzione degli immigrati fra i vari Paesi europei, ma ciò non avviene in quanto gli altri paesi europi non vogliono. Il Regolamento comunitario di Dublino che blocca i richiedenti asilo nel primo Paese di arrivo, infatti, non viene modificato, grazie anche alle Destre italiane che non possono andare contro i loro alleati centroeuropei. Sarebbe ora che la moltitudine di mezzi militari presenti nel Mediterraneo invece di essere utilizzati in pericolosi war games con i russi, siano impiegati per salvare i migranti, come fu fatto con la missione Mare Nostrum, voluta dal Governo Letta.

Esiste anche un debito morale dell’Occidente per le enormi sofferenze causate dal colonialismo, che ha spogliato i Paesi africani. Mentre ora l’Europa non vuole condividere il proprio benessere. Ma così facendo oltre a rinnegare elementari principi di umanità, fa il gioco di Cina e Russia che possono soffiare sul fuoco di popolazioni stanche di rapporti diseguali con l’Occidente per portarle nell apropria orbita d’influenza. Non a caso nelle ultime settimane il Sahel non è più il cortile di casa di Parigi, Burkina Faso, Mali e Niger hanno rotto la tradizionale alleanza con la Francia e si appoggiano ai russi alla compagnia Wagner per sconfiggere le milizie jihaidiste.

Le politiche securitarie europee faciliteranno il lavoro dei partiti di estrema destra che in una situazione di difficoltà economica, aumento della povertà e delle disuguaglianze individueranno negli immigrati la causa e strumentalizzeranno tali paure nelle elezioni per il Parlamento Europeo della prossima primavera. Il possibile risultato? Un ‘Europa ancora più lontana da quella disegnata dai padri fondatori sulle ceneri della seconda guerra mondiale e basata sui valori della pace e della tutela dei diritti umani.

In copertina: migranti Lampedusa (licenza shutterstock)

 

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