Dossier/ La guerra come mestiere: i mercenari nel Mondo

Sono sempre più i mercenari o contractor utilizzati nei vari contesti di guerra. Si tratta di soldati privati, dipendenti di società di sicurezza, ingaggiati dagli Stati per adempiere ai compiti più disparati. Nel tempo queste organizzazioni paramilitari sono diventate delle vere e proprie forze armate parallele, sempre più utilizzate dalle superpotenze per gestire i conflitti nei casi in cui non vogliano usare i propri soldati, ma anche per controllare aree di interesse strategico. Oltre al risparmio in termini di costi (una compagnia privata costa meno rispetto alle forze regolari) c’è la componente di immagine e sociale. La perdita di un soldato regolare, infatti, soprattutto per i Paesi occidentali è sempre meno accettata di quella di un mercenario. Si stima che il loro giro di affari sia attorno ai 400miliardi di dollari.

E sono in aumento anche gli Stati che impiegano mercenari. Come spiega il New York Times, anche se nessun soldato Nato è formalmente attivo in Ucraina, i convogli di armi e aiuti alla popolazione verrebbero consegnati da soldati in appalto agli Stati occidentali, spesso veterani della Nato che ora lavorano nel settore privato.

Per gli Stati europei la necessità di questi servizi si è manifestata nel momento in cui gli eserciti hanno cominciato a ridurre il proprio numero di effettivi. Secondo il portale Geopolitica.info la contrazione degli eserciti ha avuto un doppio effetto sul mercato della sicurezza privata. Da una parte ha fornito un’enorme quantità di manodopera nel settore grazie allo smantellamento di una grossa fetta degli apparati militari, dall’altra ha generato una domanda di servizi che potessero affiancare eserciti nazionali nelle loro operazioni. Inoltre, lo scoppio di conflitti in aree in via di sviluppo a seguito della decolonizzazione ha aumentato la necessità globale di manodopera specializzata nel settore: Paesi in fase di modernizzazione erano infatti disposti a investire denaro per specialisti in grado di aiutarli a raggiungere standard occidentali. 

 

*In copertina e di seguito foto di Presslab per Shutterstock

La Blackwater Academi Usa

Da anni anche gli Stati Uniti si stanno sempre più servendo di compagnie militari private in vari teatri di guerra. In Afghanistan, ad esempio, secondo un’inchiesta del Washington Post il numero delle vittime tra i contractors è stato molto superiore a quello dei militari, arrivando a 3.814 caduti. La più importante compagnia Usa è la Blackwater (ora Academi), fondata il 26 dicembre 1996 da Erik Prince, ex marine delle forze speciali dei Navy Seals proveniente da una ricca famiglia di cristiani evangelici. Nel 1998 Prince aprì il primo centro di addestramento con simulazioni di vari scenari di guerra. La compagnia non ha mai nascosto di essere al servizio del Dipartimento di Stato Usa. Il gruppo fornisce infatti migliaia di operatori militari, soprattutto per la protezione del corpo diplomatico e per il supporto tecnico e logistico. Si stima che in circa dieci anni Blackwater abbia ottenuto circa 2miliardi di dollari da Washington per fornire supporto alle proprie truppe in Afghanistan e Iraq, oltre ad aver incassato 600milioni di dollari dalla Cia per operazioni sotto copertura. Fin dalle sue prime operazioni, la compagnia, ha attirato su di sé numerose critiche e denunce per il modo aggressivo in cui conduceva le proprie operazioni.

Numerosi episodi di violenza e abusi sono raccolti nel ‘Blackwatergate’ un corposo rapporto, frutto del lavoro della Commissione d’inchiesta del Congresso Usa che metteva in luce come dal 2005 la Blackwater fosse stata coinvolta in almeno 195 conflitti a fuoco e che i suoi uomini avevano aperto il fuoco per primi in più dell’80% dei casi. Nel rapporto, inoltre, si accusava il Dipartimento di Stato Usa di non aver vigilato sull’operato dell’agenzia, e di non aver chiesto conto dei numerosi incidenti. Dal 2015 al 2016 Blackwater è stata impegnata in Yemen, a fianco dalla coalizione di Stati guidati da Arabia Saudita ed Emirati Arabi, contrapposta agli Houthi.

Il gruppo Wagner

Il gruppo Wagner è stato fondato in Russia nel 2014 da Evgenij Prigozhin. Si tratta, ufficialmente, di una società militare privata ma ha stretti rapporti con gli apparati di sicurezza russi, in particolare con la sua intelligence. La milizia è nata dallo scioglimento (causato da una una serie di scandali) degli Slavonic Corps, altra compagnia militare privata che operava in Siria.

Secondo varie stime pare che disponesse fino a 50mila combattenti in Ucraina dopo l’invasione del febbraio 2022. E le stime rilevano anche che l’80% della milizia sia stato reclutato nelle carceri, mentre il resto è costituito da mercenari. Il nome del gruppo fu scelto dal suo primo leader, Dmitri Utkin, un ex ufficiale dell’intelligence militare come tributo al compositore amato da Hitler. Le legione russa, infatti, si ispira al neonazismo e al neopaganesimo slavo e pare che coltivi rapporti con gruppi di estrema destra in Russia e in Europa.

La Wagner è stata utilizzata per la prima volta durante la guerra del Donbass, tra il 2014 e 2015, a sostegno alle forze separatiste e ha poi combattuto in Libia, Siria, Mali. Nel 2018 la brigata è poi arrivata in Libia, a sostegno di Khalifa Haftar e dal 2021 è attiva nella guerra della Repubblica Centrafricana dove, secondo Human Rights Watch, ha compiuto torture, abusi e omicidi nei confronti dei civili. Il gruppo è poi impegnato in Sudan, a fianco di Mohamed Dagalo delle Rsf ( Forze di supporto rapido) che si stanno scontrando con le forze fedeli all’esercito e al presidente de facto Abdel Fattah al-Burham.

Mosca spenderebbe fino a 100milioni di dollari al mese per la forza mercenaria. Il governo russo non ha legami ufficiali con il gruppo, ma la Duma ha approvato nel marzo 2023 una legge che punisce fino a 15 anni di carcere per chiunque pubblichi “informazioni false” e fino a 7 anni per la diffamazione di tutti i partecipanti alla campagna, non più solo i militari delle forze armate regolari. Secondo molti analisti con l’invasione del 2022, la Wagner ha accentuato la sua autonomia da Mosca e viene vista dai russi come un’organizzazione patriottica che si contrappone agli oligarchi. Per questo ha rivali tra i vertici militari russi, come il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, e il capo dello stato maggiore della difesa Valery Gerasimov.

Dopo il silenzio seguito alla rivolta contro il Cremlino del giugno 2023 la Wagner è riapparsa in Africa. I mercenari russi hanno infatti evacuato un gruppo di cittadini cinesi da una miniera d’oro nella Repubblica Centrafricana per salvarli da alcuni miliziani locali. Secondo il South China Morning Post, l’operazione è stata effettuata su un sito minerario gestito dalla Cina vicino a Bambari, nella Repubblica Centrafricana, all’inizio di luglio.

La presenza di Mosca in Africa è sempre stata strategica. Il primo incontro al vertice della Russia con i leader africani si è tenuto a Sochi nel 2019, ed  aveva per oggetto il commercio e  altri accordi di carattere economico, ma si è poi tradotto soprattutto in azioni di tipo militare. La Russia, afferma che i suoi istruttori sono lì per fornire addestramento militare e operano disarmati. I paramilitari Wagner sono stati collegati all’uccisione di tre giornalisti russi nel 2018,  Orkhan Dzhemal, Alexander Rastorguyev e Kirill Radchenko, che stavano indagando sulla presenza dei mercenari nella Rca, e a molteplici massacri nel Paese.

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