Il Sud Africa e lo straniero

Per la terza volta in dieci anni il Paese è attraversato da violenze xenofobe. Le reazioni

Le violenze di natura xenofoba in Sud Africa provocano forte eco nel Continente. Dopo le vittime, gli scontri, il saccheggio dei negozi a proprietà straniere, alcuni Paesi africani, in particolare la Nigeria, stanno intervenendo con canali commerciali e diplomatici contro Città del Capo.

Le violenze sono iniziate dopo uno sciopero indetto dai camionisti per protestare contro l’impiego di lavoratori stranieri. Le rivolte esplose a Pretoria e Johannesburg hanno ucciso almeno 12 persone e preso di mira circa mille imprese di proprietà straniera. Secondo i media locali sarebbero state attaccate persone di nazionalità nigeriana, etiope, congolese e zimbabwese. Secondo gli osservatori il motivo che ha scatenato l’ultima violenza non è ancora chiaro, ma con ogni probabilità l’elevata disoccupazione, la povertà e la criminalità potrebbero aver avuto un ruolo.

Il Sudafrica è da tempo una delle principali destinazioni per i migranti-lavoratori provenienti soprattutto dai paesi confinanti: Lesotho, Mozambico e Zimbabwe, ma anche da alcuni stati dell’Asia meridionale e dalla Nigeria. Dopo gli scontri e la violenza il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, insediatosi lo scorso maggio, ha detto che non sarebbero stati tollerati altri episodi xenofobi ma secondo i critici il governo non ha messo in atto misure serie di prevenzione. Nonostante l’economia del Sudafrica sia tra le più grandi del Continente, il paese ha una disoccupazione del 29 per cento e livelli molto alti di corruzione, soprattutto nel partito di governo, l’African National Congress. Il ministro Bheki Cele ha dichiarato che la polizia ha arrestato almeno 653 persone, per lo più sudafricani ma anche alcuni stranieri. Quella degli ultimi giorni non è comunque la prima volta che gli stranieri vengono attaccati in Sudafrica. Nel 2008, almeno 62 persone, sono state uccise, mentre nel 2015 la violenza e il saccheggio dei negozi di proprietà straniera ha provocato sette morti.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Le violenze in Sud Africa ricadono sui rapporti con la Nigeria. La Nigeria ha richiamato il suo ambasciatore, e si sono registrate proteste, attacchi e appelli al boicottaggio. Ad esempio sono stati attaccati la sede del colosso delle telecomunicazioni sudafricano Mtn e nello stato di Ibadan un negozio di abbigliamento della multinazionale sudafricana Pep. Il Sudafrica ha risposto chiudendo le proprie rappresentanze a Lagos e Abuja. La Nigeria ha inoltre iniziato nei giorni scorsi il rimpatrio di oltre 600 dei suoi cittadini e la compagnia aerea nigeriana Air Peace si è offerta volontaria per riportare le persone gratuitamente nella capitale commerciale Lagos. La presidenza nigeriana ha poi deciso di boicottare il Forum economico mondiale d’Africa di Città del Capo. Inoltre le autorità nigeriane hanno consigliato ai propri concittadini di “evitare viaggi verso aree ad alto rischio fino a quando la situazione non sarà sotto controllo”. Sui social centinaia di migliaia di utenti nigeriani hanno lanciato un appello al “boicottaggio totale” delle imprese sudafricane. Per protesta la Savage, star del genere Afrobeats, ha cancellato il suo concerto previsto per il 21 settembre a Johannesburg. Il deterioramento dei rapporti non riguarda comunque solamente la Nigeria. In Zambia il ministro dei Trasporti ha vietato agli autotrasportatori di andare in Sudafrica fin a quando non sarà garantita la sicurezza e anche il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, ha condannato le violenze.

La violenza ha suscitato proteste a livello internazionale. Dura Amnesty International, che riconduce gli ultimi attacchi contro rifugiati, richiedenti asilo e migranti ad “anni d’impunità e di fallimenti del sistema giudiziario del Sudafrica che hanno lasciato senza protezione persone vulnerabili”. Shenilla Mohamed, direttrice generale di Amnesty Sudafrica, accusa la classe politica sudafricana di fomentare le violenze attraverso “la narrativa dello straniero venuto a rubare il lavoro, responsabile di tutto ciò che di negativo accade nel Paese”, facendo dei migranti “i capri espiatori”.

(di Red. Al/Pi.)

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