Etiopia – Eritrea: pace possibile alla frontiera

Il conflitto per le terre di confine pare essere arrivato ad una conclusione. Dopo anni di violenza, morti e scontri diplomatici, sembra che si sia arrivati ad una svolta, ma la strada per una vera pace è ancora lunga

di Ilario Pedrini

È lungo e in salita il cammino di pace tra Eritrea ed Etiopia. Il presidente eritreo invierà una delegazione in Etiopia per i colloqui di pace. È il primo incontro di questo tipo dal 1998, cioè da quando è scoppiata la guerra.

Parlando ad Asmara in occasione delle celebrazioni per la Giornata dei Martiri, il presidente Isaias Afwerki ha detto di avere notato “segnali positivi” nei giorni scorsi da parte dell’Etiopia. La risposta è stata da manuale: «Valuteremo gli sviluppi in corso in modo diretto e approfondito» per pianificare i passi futuri.

Ora si parla di un nuovo capitolo di pace e riconciliazione tra i due popoli. All’inizio di giugno l’Etiopia aveva annunciato che avrebbe accettato i termini di un accordo firmato con l’Eritrea nel 2000. L’obiettivo è porre una fine ad un conflitto di confine costato decine di migliaia di vite umane.

Il Corriere della Sera spiega che con questo atto di pace l’Etiopia accetta che quel pettine conteso «quel territorio intorno al polveroso villaggio di Badme» appartenga all’Eritrea, che il 6 maggio 1998 «l’aveva occupato militarmente scatenando un conflitto spaventoso». Curiosamente, è il riconoscimento del vecchio confine fissato a fine Ottocento nel trattato fra Regno d’Italia e il negus Menelik II, che ce le aveva suonate nella battaglia di Adua. «Rimase tutto congelato fino agli anni ‘80 del Novecento, quando i ribelli eritrei di Aferwerki combattevano accanto alle milizie del Tigrè (la parte nord dell’Etiopia) contro il dittatore Menghistu».

L’Etiopia non aveva mai ritirato le sue truppe presenti a Badme, una località di confine che era stata assegnata all’Eritrea. «Lo scopo di questa decisione dell’Etiopia, che ha sorpreso gli osservatori internazionali- scrive il Post – è ridurre le tensioni con l’Eritrea, mai risolte. Un’altra cosa che è stata annunciata è la parziale apertura delle aziende statali etiopi agli investimenti privati».

Sono trascorsi quasi 18 anni da quando Etiopia ed Eritrea firmarono l’accordo di pace di Algeri, che chiudeva ufficialmente la guerra del 1998-2000. «Un conflitto cruento – ricorda Eastwest – che produsse almeno ottantamila vittime tra soldati e civili e oltre un milione di sfollati». I due Paesi sono rimasti per 18 anni in stato di guerra più o meno latente e «hanno generato guerre per procura nella vicina Somalia, destabilizzando ulteriormente una regione già instabile». Quindi, l’Etiopia ha usato la sua maggiore influenza regionale e la sua superiore valenza diplomatica per isolare l’Eritrea, che è stata sottoposta a sanzioni internazionali.

«Lo scorso 5 giugno, il premier etiope Abiy Ahmed e il suo governo hanno annunciato la propria disponibilità a rispettare pienamente e ad attuare l’Accordo di Algeri, oltre all’esito di una sentenza della Eritrea-Ethiopia Boundary Commission (Eebc), la commissione di frontiera sostenuta dall’Onu che nel 2002 ha assegnato ad Asmara diversi territori contesi, tra cui la città commerciale di Badme. Una sentenza che l’Etiopia negli ultimi sedici anni ha sempre ignorato rifiutandosi di ritirare le sue truppe da questi territori, rendendo in questo modo praticamente impossibile la delimitazione del confine».

 

 

 

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/africa/2018/06/20/eritrea-etiopiaripresi-colloqui-di-pace_c03ca810-213d-4280-9679-1dc57eba424b.html

https://www.corriere.it/esteri/18_giugno_21/finisce-guerra-africana-piu-lunga-l-eritrea-accetta-mano-dell-etiopia-bcff2c6a-74c6-11e8-993d-4e6099a1c06b.shtml

https://www.ilpost.it/2018/06/05/etiopia-accordo-pace-eritrea/

http://www.notiziegeopolitiche.net/etiopia-eritrea-quindici-anni-dopo/

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