Thailandia/La follia del sergente Thomma (aggiornato)

Un sottufficiale dell'esercito reale, dopo aver giustiziato il suo comandante,  uccide a Nakhon Ratchasima decine di civili lungo la strada e davanti a un centro commerciale. Vi si barrica dentro ma alle 9 di domenica mattina viene ucciso dalle forze speciali che hanno liberato il Mall e hanno cercato  di stanarlo durante tutta la notte. Imbarazzo nel governo

Dal nostro inviato nel Sudest

Vientiane – Si è concluso domenica mattina con l’uccisione di un soldato impazzito che ha lasciato dietro di se una scia di morte il dramma che per 17 ore ha tenuto la Thailandia col fiato sospeso. Tutto inizia verso le 15.30 a Nakhon Ratchasima – Korat come la chiamano qui – una città importante della Thailandia sulla grande arteria che da Bangkok porta a Vientiane, in Laos. E’ li, nel campo militare di Surathampithak, che il sergente maggiore Jakrapanth Thomma – 32 anni – comincia la sua giornata senza ritorno nel primo pomeriggio di un sabato qualunque.

Si attrezza con un piccolo arsenale e va a regolare i conti con il suo comandante, il colonnello Anantharot Krasae, con cui – riferiscono le cronache locali – il sergente aveva avuto degli screzi, sembra per una vicenda di compravendita immobiliare. Col colonnello vengono uccisi anche altri due militari. Poi il giovane ruba una jeep Humvee e si allontana dirigendosi verso il centro commerciale Terminal 21. Dal campo militare sono più di 15 chilometri, dall’altra parte della città.

Arriva al centro verso le 18 e vi entra non prima di una folle sparatoria a colpi di pistola e mitragliatrice. Prima di entrare nel Mall si lascia alle spalle una scia di vittime: almeno una ventina di morti e decine di feriti. Il fuggiasco infatti spara ai civili lungo la strada e davanti al Mall. Immagini amatoriali lo ritraggono armi in pugno davanti al palazzo in vetro del Terminal 21 che spara all’impazzata. Colpisce anche una bombola di gas per cucinare scatenando un’esplosione e un incendio. Entra nel centro e, continuando a sparare, ci si nasconde dentro tra il fuggi fuggi generale. Qualcuno però non ce la fa e viene tenuto in ostaggio. A questo punto militari e polizia arrivano in forze e sigillano l’edifico davanti al quale avrebbero portato anche la madre del sergente per tentare un negoziato.

il premier tailandese Prayut Chan-o-cha

Alle 20.30 impongono il silenzio stampa – fa sapere il quotidiano della capitale Bangkok Post e fanno in modo che tutta l’aera sia isolata: via linee telefoniche e internet. E si, perché Jakrapanth, nel perfetto stile dei tempi, ha tappezzato la rete coi suoi post via Facebook: “Dovrei arrendermi?” e “Oh merda, ho dei crampi alla mano”. E ancora: “Nessuno può evitare la morte” oppure ” Pensa di poter usare i soldi all’inferno chi si arricchisce traendo vantaggio dagli altri?”. L’ultimo delirio video alle 19.20 sembra una sorta di resa: “Sono stanco, riesco a malapena a muovere le dita”. Poi la pagina Fb viene stata messa offline è l’account rimosso. Ma non c’è nessuna resa.

Verso mezzanotte, le squadre d’assalto liberano centinaia di clienti intrappolati nel Mall e cominciano a salire verso il quarto piano dove il sergente si sarebbe barricato. Militari e poliziotti cominciano a liberare il piano terra e i primi tre piani dell’edificio. L’epilogo appare vicino mentre decine di video mostrano la gente che esce correndo dal Mall o ne scende le scale all’interno dopo ore di paura. Per il sergente Jakrapanth la morsa si stringe. La caccia dura tutta la notte con notizie che si inseguono e, al mattino di domenica, i morti sono intanto saliti di numero perché 4 cadaveri vengono trovati nel seminterrato dove pare il fuggiasco si sia nascosto.

Bandiera delle reali forze armate tailandesi

Alla fine, dopo 17 ore di stragi e caccia all’uomo, il soldato viene ucciso dai suoi inseguitori. Poco prima delle 9 del mattino. il bilancio ufficiale è di 31 morti incluso il fuggiasco e oltre 50 feriti di cui 9 sotto i ferri, come dice l’ultimo rapporto che non sembra però esclude il ritrovamento di altre vittime. Non è infine chiaro se qualche civile intrappolato sia stato ucciso dalla polizia mentre tentava di far fuori il sergente.  Il sottufficiale “impazzito” non potrà comunque raccontare la sua, per quanto allucinata, verità: quale che sia, la vicenda mette comunque in imbarazzo il governo, retto da un generale che ora promette una revisione delle norme di sicurezza nelle caserme.

Se ci sia solo la follia nella testa di un uomo che di mestiere maneggia armi, un delirio di onnipotenza, droghe – o uno screzio per faccende di denaro come sembrerebbe – è difficile dirlo. Ed è probabile che l’intera verità non salti mai fuori. Se c’è qualcosa che in Thailandia, oltre al re, non si può toccare né sporcare è l’immagine degli uomini in divisa. L’esercito non si tocca, specie in una nazione dove il premier è un generale.

Emanuele Giordana

Nell’immagine di copertina, il sergente in uno scatto postato su Fb

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