Paciolla: nuova luce su una morte annunciata

Le rivelazioni di Claudia Duque: da una indagine di Mario le dimissioni del Ministro della difesa

Si vanno chiarendo le circostanze della morte -ma ormai si può parlare di omicidio con quasi certezza- di Mario Paciolla, l’esperto italiano deceduto in Colombia il 15 luglio scorso. Il 2 settembre il quotidiano di Bogotà El Espectador ha pubblicato la parte finale dell’inchiesta di Claudia Duque, la giornalista colombiana che ha indagato sui retroscena della tragica morte. Merito del quotidiano ilmanifesto aver ripreso e reso noti in Italia i fatti che la precedono. Il 29 agosto 2019, i caccia delle Forze aeree colombiane bombardano l’accampamento di Rogelio Bolivár Córdova, conosciuto come el Cucho, comandante di una delle cellule dissidenti delle Farc ad Aguas Claras, alle soglie del municipio di San Vicente del Caguán, la cittadina dove lavorava ed è morto Paciolla. Il distaccamento faceva parte di quelli che non hanno accettato il disarmo previsto dagli Accordi di pace del 2016.

Iván Duque Márquez
Iván Duque Márquez

Morirono almeno in 17. Come si scoprì poi, erano in gran parte minorenni tra i 12 e i 17 anni, alcuni dei quali reclutati contro la loro volontà. Benché il presidente della repubblica Ivan Duque abbia definito  l’operazione militare  «meticolosa» e «impeccabile», in Parlamento l’opposizione era riuscita a far approvare la desecretazione dei dati in mano ai servizi segreti, svelando la morte dei giovani.

Lo scandalo costrinse allora, era il 21 di novembre del 2019,  alle dimissioni il ministro della difesa Guillermo Botero, fatto straordinario nella storia della Colombia, ove i vertici del potere militare godono tradizionalmente di un’impunità di fatto. Questo si inserisce nell’ondata di proteste che stanno facendo vacillare  la leadership di Duque e che hanno portato il suo padrino politico, ed ex-presidente Alvaro Uribe Veléz, agli arresti domiciliari. Secondo la ricostruzione di Claudia Duque il senatore Barreras ha ottenuto le informazioni riguardanti il bombardamento e le vittime minorenni da un report delle Nazioni Unite filtrato proprio dalla Missione di Verifica di San Vicente del Caguán dove lavorava Mario Paciolla.

Secondo le fonti anonime citate dalla giornalista, Paciolla aveva partecipato in prima persona nella costruzione del report. La diffusione di queste informazioni riservate, rese pubbliche da un senatore dell’opposizione,  pare sia stato oggetto di una lotta di potere interna all’Onu. Il che spiegherebbe perché Paciolla, che si preparava al rientro in Italia, avesse dichiarato di non voler più lavorare in Colombia, né per le Nazioni unite, Anche il ritrovamento del mouse di Paciolla, che sarebbe stato trovato coperto di sangue e rimosso dalla scena del crimine da un funziorio dell’Onu e mai più riapparso, rientrerebbe in questo scenario oscuro.

(Red/Ma/Sa)

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