Il Gambia riparte, libertà per i prigionieri politici

Un'esercitazione militare in Gambia (foto di Camilla Caparrini)

Riparte il Gambia, il piccolo Stato africano che il 1 dicembre ha dato una bella prova di democrazia al continente intero.

Dopo ventidue anni di dittatura, infatti, il popolo ha scelto Adama Barrow come successore di Yahya Jammeh, uno dei personaggi politici più deliranti della storia africana.

Adama Barrow ha 51 anni ed è un imprenditore, si è formato studiando in Inghilterra.

E con la fine del regime non si sono fatte attendere le prime scarcerazioni. Il pomeriggio del 5 dicembre Ousainou Darboe, leader del Partito democratico unito, è stato rilasciato insieme ad altri 18 attivisti politici dell’opposizione condannati il 20 luglio a tre anni di carcere per aver preso parte a una manifestazione pacifica. Si attende quindi la data del rilascio di altri 14 manifestanti, arrestati il 16 aprile per aver partecipato ad una manifestazione pacifica non autorizzata.

Arresti arbitrari, sparizioni di personaggi scomodi e torture erano all’ordine del giorno nel regime Jammeh.

Il Gambia ha ottenuto l’indipendenza nel 1965 e da allora ha avuto solo due presidenti: Dawda Jawara e Yahya Jammeh, arrivato al potere con un colpo di mano. Il suo regime era considerato uno dei più oppressivi al mondo. Negli anni si sono susseguiti svariati tentativi di golpe, sempre repressi nel sangue.

Il neo presidente appartiene al Partito Democratico Unico (PDU) ed è stato sostenuto da una lista che comprendeva tutti i partiti dell’opposizione. Si è aggiudicato la vittoria ottenendo il 45,5% dei voti mentre Jammeh si è fermato al 36,6%. Barrow ha dichiarato la sua volontà di voler formare un governo formato da tutti i rappresentanti dei partiti dell’opposizione.

Il Gambia attende ora un cambiamento anche economico. Metà della popolazione vive infatti sotto la soglia della povertà. L’economia del paese si regge sulle rimesse di denaro dei propri emigrati e la situazione economica generale va peggiorando.

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