L’India e il tramonto dei diritti

La condanna alcune settimane fa del leader del Congresso Rahul Gandhi a due anni di carcere per aver diffamato Narendra Modi è stato soltanto l’ultimo passo di un processo involutivo che ormai da diversi anni contraddistingue la “Democrazia più grande del Mondo”.

di Lorenzo Lamperti

La più grande democrazia del mondo. L’India è conosciuta così. Un’etichetta formalmente appropriata per un “vestito” immenso che, se guardato da vicino, lascia intravedere più di una sgualcitura. Il primo ministro Narendra Modi sa che il ruolo del suo Paese è indispensabile su diversi fronti: commerciale, economico, geopolitico, strategico. L’India viene d’altronde considerata uno dei pilastri della strategia del cosiddetto “contenimento della Cina” messa a punto dagli Stati Uniti in Asia. Mentre per l’Europa, la rilevanza di Nuova Delhi, è in costante aumento anche a livello commerciale, viste le necessità di diversificazione e le grandi prospettive di crescita di un mercato che presto rappresenterà la nazione più popolosa al mondo dopo lo storico sorpasso alla Repubblica Popolare Cinese. Per questo ha potuto contare su qualche occhio socchiuso in occidente su alcune tendenze riscontrabili da quando è al potere. O persino da prima, visto il mai del tutto chiarito ruolo giocato dal primo ministro nella tragica vicenda del massacro del Gujarat… (continua  su ChinaFiles)

In copertina, Narendra Modi

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