Petro paragona lo Stato colombiano alla Germania nazista

Una sentenza storica  della Commissione interamericana per i diritti umani

di Maurizio Sacchi

Durante la cerimonia di insediamento degli ambasciatori della Colombia, il 10 di febbraio, il presidente Gustavo Petro ha paragonato lo stato colombiano alla Germania nazista. Petro ha fatto riferimento alla sentenza della Corte Interamericana dei Diritti Umani (IACHR) e allo sterminio dei membri del partito Unione Patriottica (Up).“La sentenza dell’Unione Patriottica dice né più né meno che lo Stato colombiano è genocida, il nostro Stato in epoca contemporanea è genocida, ha contribuito a uccidere migliaia di colombiani semplicemente perché erano di sinistra“, ha detto Petro. Qualcosa di simile a quanto accaduto in Germania sotto il nazismo, Ma i tedeschi hanno fatto catarsi, perché sapevano che senza la memoria quello che era successo si sarebbe ripetuto. In Colombia questo non é avvenuto, e quindi potremo ripeterlo, ha aggiunto il presidente.

La Corte Interamericana dei Diritti Umani (IACHR) il 21 gennaio  ha notificato allo Stato colombiano e ai rappresentanti del disciolto movimento politico “Unión Patriótica” (Up) la sua decisione a favore dei querelanti che accusavano lo Stato di aver permesso lo sterminio di massa di centinaia di militanti e membri del partito. Si stima che più di 6.000 persone, tra membri del partito, funzionari e militanti, siano state uccise tra il 1984 e i primi anni 2000. Molti di loro sono stati uccisi per mano di agenti statali e gruppi illegali, in quello che Gabriel Becerra, segretario generale dell’Up, definisce “uno dei casi più rappresentativi di genocidio politico”. Il caso è stato presentato dai sopravvissuti dell’Up al Sistema Interamericano per i Diritti Umani nel dicembre 1993 e, da allora, il caso è rimasto aperto – fino alla  Da più di 30 anni si attendeva una decisione.

L’Up è nata nel 1985 dall’unione politica tra le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo (Farc-Ep) e il Partito Comunista Colombiano, come risultato del processo di pace intrapreso  tra il governo dell’ex presidente Belisario Betancur e la guerriglia. L’union patriotica rappresentava il tentativo di entrare nella vita democratica di quella componente politica, ma che si trasformò nell’eccidio sistematico di quasi tutti coloro che si erano esposti nella campagna politica. Secondo il rapporto presentato dalla Commissione, i crimini non riconosciuti dallo Stato comprendevano sparizioni forzate, tentati omicidi, spostamenti forzati, minacce, molestie e uccisioni di massa, che equivalevano a “sterminio”. Delle migliaia di vittime che hanno subito violazioni sistematiche dei diritti umani, solo 219 sono state riconosciute dallo Stato colombiano.

La decisione, ha detto il segretario generale dell’Up, Gabriel Becerra “servirà come memoria, esempio, precedente legale, affinché mai più in questo Paese un movimento o persone, cittadini, siano oggetto di eliminazione fisica”. Becerra é avvocato e politico, segretario generale dell’Unione Patriottica e leader del Partito Comunista Colombiano. Dal 2022 è membro della Camera dei Rappresentanti colombiana per Bogotà, eletto nella lista della coalizione Pacto Histórico, una delle componenti dell’alleanza che ha portato Petro alla presidenza. Tra i sopravvissuti dell’Unione Patriottica ci sono grandi aspettative che lo Stato, ora guidato da Gustavo Petro, risarcisca completamente le famiglie e le vittime di quel periodo buio della storia colombiana. E oltre al riconoscimento della sentenza della Corte, ci si aspetta un impegno totale nei confronti delle vittime, perché, come ha detto il giudice Ricardo C. Pérez durante l’udienza: “La Corte Interamericana dei Diritti Umani ha dichiarato che lo Stato della Colombia è responsabile delle violazioni dei diritti umani commesse a danno di più di 6.000 membri e militanti del partito Unione Patriottica, a partire dal 1984 e per più di 20 anni, come conseguenza di un piano di sterminio diretto contro il partito, i suoi membri, militanti e simpatizzanti“.

Tra le altre cose, lo Stato colombiano  sarà obbligato a riaprire i procedimenti per violazione dei diritti contro i membri dell’Up, a determinare il luogo in cui si trovano gli uomini e le donne scomparsi, a dichiarare una giornata nazionale di commemorazione per le vittime del partito, a pagare un risarcimento finanziario per i danni materiali e morali, erigere un monumento e realizzare “una campagna nazionale sui media pubblici con l’obiettivo di sensibilizzare la società colombiana sulla violenza, la persecuzione e la stigmatizzazione di cui sono stati vittime i leader, gli attivisti, i membri e i parenti dei membri dell’Unione Patriottica”, come si legge nella sentenza. Intanto è emerso un altro scandalo, questa volta successivo alla firma degli accordi di pace, che hanno portato allo scioglimento delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Uno scandalo che dimostrerebbe che la politica di sterminio nei confronti di questa entità politica é proseguito anche dopo la deposizione delle armi.

Il Presidente della Jurisdiciòn Especial para la Paz – Jep -, il tribunale colombiano per i crimini di guerra, ha dichiarato che il suo ufficio sporgerà denuncia penale contro ex funzionari per il tentativo fallito di estradare il defunto comandante della guerriglia “Jesus Santrich” negli Stati Uniti nel 2018. In un comunicato stampa, il presidente del Jep Roberto Carlos Vidal ha dichiarato che i funzionari della procura e altre persone avrebbero commesso frodi e manipolato le prove nel tentativo di estradare l’ex comandante dell’ormai disciolto gruppo guerrigliero Farc con l’accusa di traffico di droga. Le accuse di traffico di droga, apparentemente costruite con la complicità dell’ente antidroga degli Stati uniti, la Dea, contro l’ex comandante delle Farc hanno innescato una grave crisi nel processo di pace e il riarmo di Santrich e di molti altri guerriglieri smobilitati.

Sotto accusa è ora  l’ex procuratore capo Nestor Humberto Martinez, che  si è dimesso nel 2019 dopo che il Jep aveva respinto la richiesta di estradizione del Governo statunitense e ha ordinato un’indagine sulle irregolarità che avevano portato all’incriminazione del dirigente comunista. Nel 2021 Santrich è stato ucciso in territorio venezuelano, dopo che le false accuse lo avevano portato a tornare in clandestinità, e a formare il gruppo guerrigliero “Segunda Marquetalia” con il suo amico, l’ex leader delle Far, noto col nome di battaglia di  “Ivan Marquez”. Vidal ha dichiarato che il Jep avrebbe diffuso dettagli sui crimini commessi per giustificare la richiesta di estradizione di Santrich e ostacolare gli sforzi del tribunale per i crimini di guerra per verificare le accuse di traffico di droga in America.

Sul fronte della violenza di estrema destra, uno dei più noti signori della guerra colombiani ha iniziato a testimoniare davanti al tribunale per i crimini di guerra sull’organizzazione paramilitare Autodefensas unidas de Colombia, Auc. Il Tribunale per i crimini di guerra ha ascoltato Rodrigo Tovar per decidere se ammettere l’ex comandante delle Auc al sistema di giustizia transitoria, che prevede amnistia per chi collabora a fare luce sui crimini degli anni più violenti del conflitto. Si tratta di un secondo tentativo con il leader di estrema destra.  Il sistema di giustizia di transizione che giudica i crimini di guerra paramilitari ha privato l’ex comandante delle Auc di questi benefici nel 2015 per la sua mancata collaborazione. Tovar ha smesso di collaborare con la giustizia colombiana dopo la sua estradizione a sorpresa negli Stati Uniti nel 2008 e l’assassinio di suo fratello nel 2009. La difesa dell’ex signore della guerra ha affermato che l’Inpec, l’autorità carceraria colombiana, ha ostacolato la collaborazione di Tovar con il Jep sin dal suo rimpatrio dagli Usa nel 2020. Ma l’ex capo delle Autodefensas  ha affermato invece che le indagini in corso gli hanno impedito di confessare i crimini “senza autoincriminarsi”.

Nell’immagine, Gustavo Petro in una foto ufficiale

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