Sanzioni Onu e minaccia atomica

di Tommaso Andreatta

Minacce ricambiate. E con gli interessi. Prosegue il braccio di ferro a distanza tra gli Usa e la Corea del Nord.

Pyongyang promette vendetta contro Washington. Il governo coreano promette di far pagare a caro prezzo le nuove sanzioni decise dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Si parla di «azioni molto più forti» in risposta a quello che viene definito un «violento crimine contro il nostro Paese e il nostro popolo». Parole, queste, che compaiono in una dichiarazione del regime nordcoreano diffusa dalla Korean Central News Agency.

Il presidente Kim Jong-un fa sapere che il regime non sarà scosso dalle nuove sanzioni. E il proggramma atomico, quindi, non subirà alcuna battuta d’arresto.

Il messaggio del governo di Pyongyang non potrebbe essere più chiaro: «Se i nemici credono che la Corea del Nord possa essere frenata dalle sanzioni, non è altro che un’illusione. Fintanto che gli Stati Uniti continueranno con la loro politica ostile e il ricatto nucleare, non sposteremo un piede dal nostro cammino verso il rafforzamento della nostra forza nucleare».

A nulla sono valse le minacce statunitensi, espresse a Manila dal segretario di Stato americano Rex Tillerson: gli Usa chiedono che Pyongyang fermi i suoi lanci missilistici per riprendere i negoziati sulla denuclearizzazione.

«Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione proposta dagli Usa che inasprisce le sanzioni contro la Corea del Nord, con un pesante taglio all’export di Pyongyang pari a un miliardo di dollari» scrive l’Ansa.

«Sono degli ipocriti. La responsabilità dell’escalation è degli americani» ha replicato a breve giro di posta il portavoce nordcoreano.

L’inasprimento delle sanzioni Onu (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza sono Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Usa) contro la Corea del Nord è considerato dagli americani come la prova della compatezza della comunità internazionale contro la minaccia di Pyongyang.

La «linea dura» a stelle e striscie è condivisa, in particolare, da Cina e Russia.

La «questione nucleare della penisola coreana» è considerata «grave» e viene vista come «una minaccia diretta agli Stati Uniti, alla Corea del Sud e al Giappone, come alla maggior parte dei Paesi del mondo». È questa la sintesi data alla stampa internazionale della conversazione telefonica che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avuto con la presidente sudcoreana Moon Jae In.

«Appena terminata la telefonata con il presidente Moon. Molto felice e impressionato del voto delle Nazioni Unite 15-0 sulle sanzioni della Corea del Nord», ha scritto Trump su Twitter. Lo riporta l’Adnkronos.

«Pyongyang ha di fatto rifiutato l’offerta di Seul per una soluzione pacifica alle tensioni nella penisola coreana, avvenuta in un breve incontro tra i due ministri degli Esteri, a margine del forum Asean. Lo ha riferito l’agenzia sudcoreana Yonhap, citando un responsabile del ministero degli Esteri di Seul.

Secondo Yonhap, il ministro nordcoreano Ri Hong-Yo avrebbe rifiutato le proposte del suo omologo Kang Kyung-Wha non ritenendole sincere».

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2017/08/07/corea-nord-ci-vendicheremo-per-sanzioni_bee05bdd-efe6-4ea9-820a-48f58dbaf57d.html

http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2017/08/07/usa-kim-stop-lancio-missili_UEFiOCZqqOaOCHFUYv36cL.html

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