Dopo che il lancio di un centinaio di missili ha colpito l’aeroporto internazionale di Tripoli, in mano all’esecutivo libico di Al Serraj sostenuto dalle Nazioni Unite, il governo del National Accord (Gna) ha lanciato un contrattacco ieri contro una base militare strategica utilizzata dall’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar che sta cingendo d’assedio da oltre un anno la capitale del Paese. Lo riferisce Al Jazeera
La salva di missili ha danneggiato gravemente l’aeroporto più importante della capitale e ha dato alle fiamme i serbatoi di carburante e anche diverse aeromobili oltre a infrastrutture e ricoveri. Almeno sei civili sarebbero stati uccisi dall’attacco missilistico. La Turchia intanto – che è al momento il principale alleato militare del governo di Tripoli contro Haftar – ha minacciato di intensificare i suoi attacchi contro le forze del generale ribelle.
Secondo l’agenzia turca Anadolu, Haftar si sarebbe reso responsabile della morte di oltre centoventi civili nel solo 2020 e Ankara si è per altro già espressa da tempo contro Haftar non solo militarmente ma sostenendo che i suoi attacchi “che hanno preso di mira missioni diplomatiche, tra cui l’ambasciata turca a Tripoli”, l’aeroporto e aerei civili oltre ad altre infrastrutture civili “costituiscono crimini di guerra”.
Quanto ad Al Serraj, il capo del governo di Tripoli, ritiene l’uccisione dei civili un segno di debolezza di Haftar che fa concludere a Serraj di ritenere vicina “la fine della sua sanguinosa campagna per impadronirsi del potere”. Serraj – riporta il Lbya Observer – ha anche criticato la comunità internazionale che “non è disposta a nominare l’aggressore per nome e a ritenerlo pienamente responsabile e a fermare chi lo sostiene apertamente”.
Nell’immagine di copertina l’aeroporto di Tripoli
(Red/Est)