Sri Lanka: una nuova verità sulle bombe di Pasqua

Una testimonianza accusa i servizi: organizzarono la strage  che il 21 aprile del 2019 uccise a Colombo  269 persone

di Emanuele Giordana

Ha creato un  terremoto politico il video di 5 minuti che Channel 4, un’emittente pubblica britannica, ha mandato in onda alcuni giorni fa sulla strage di Pasqua che il 21 aprile del 2019 uccise nello Sri Lanka 269 persone in un attentato suicida multiplo in tre chiese e altrettanti alberghi. Nonostante nel giro di poco tempo alcuni dei supposti ideatori della strage del gruppo Thowheeth Jama’ath – la cui azione era stata rivendicata dallo Stato islamico – siano stati arrestati, la testimonianza di uno srilankese mette adesso in dubbio la versione ufficiale che dava loro ogni responsabilità. Di più: accusa i vertici dell’intelligence di aver orchestrato la strage con gli islamisti in una riunione che lui stesso aveva organizzato.

Quanto il personaggio intervistato nel video sia attendibile resta da dimostrare: Azad Maulana è un ex militante della Tigri tamil (ribelli secessionisti) che tradì la causa per unirsi all’esercito nazionale che le combatteva. Certo è che se allora strage e rivendicazione destarono perplessità, l’intervista ora rimette in discussione le indagini che una fonte anonima dice a Channel 4 furono eterodirette.

Maulana, intervistato in una camera d’albergo, appare molto sicuro di quanto afferma e che ha forse già riferito alle intelligence europee e agli investigatori dell’Onu. Dice che nel 2018 organizzò un incontro tra gli islamisti e nientemeno che Suresh Sallay – l’attuale direttore dei servizi dello Sri Lanka (Sis) – di cui ora si chiede la testa. “Arrivarono in un’auto bianca da cui scesero in sei (islamisti ndr) e io li introdussi a Sallay”, dice Maulana che ricostruisce l’incontro nel dettaglio anche se lui rimase fuori. Ma, a fine riunione, Sallay gli disse che “i Rajapaksa hanno bisogno di una situazione pericolosa”, un caos che possa favorire alle elezioni la famiglia più potente del Paese ma in quel momento fuori dai palazzi. Che vengono riconquistati nel novembre 2019 – sette mesi dopo le bombe – dai due dei fratelli: Gotabaya presidente, suo fratello Mahinda premier.

Il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha chiesto un’indagine internazionale sugli attentati; del resto la Chiesa cattolica, obiettivo della strage, non si è mai convinta interamente della versione ufficiale. Vijitha Herath, un deputato del cartello di opposizione Potere Popolare Nazionale (Npp), ha esortato il governo a rimuovere immediatamente il direttore dei servizi Sallay e a condurre un’inchiesta imparziale. Ha inoltre ricordato che Suresh Sallay è stato nominato direttore del Sis da Gotabaya Rajapaksa subito dopo aver ottenuto la presidenza. Infine, ha suggerito che si indaghi anche sull’ex presidente che ormai non gode più dell’immunità visto che Gotabaya si è poi dimesso nel 2022 durante la crisi economica che ha investito il Paese. Per Goatbaya il video è una “tirata anti-Rajapaksa volta infangare l’eredità di famiglia”. Sallay smentisce: all’epoca – ha detto – si trovava all’estero. Il governo è cauto.

In copertina un fotogramma del video di Channel 4

 

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