Africa, il Canada di Trudeau ci prova

di Andrea Tomasi

E  pur si muove! È uno di quei Paesi di cui si sente parlare poco. Messo in ombra e a volte sbeffeggiato da un vicino a volte ingombrante, fatto a stelle e striscie. Ma il Canada, con i suoi territori immensi e con i suoi giacimenti di acqua potabile (in futuro, anche per questo, pare destinato a contare sempre di più) c’è. E si fa sentire anche in politica estera. Ce lo ricorda Marco Cochi dalle pagine di Nigrizia. «Il tour diplomatico in tre paesi dell’Africa subsahariana compiuto dal ministro degli esteri canadese Stéphane Dion, conferma il crescente impegno che la nazione nordamericana sta dimostrando nel promuovere il rafforzamento delle relazioni bilaterali con i partner africani». Alla conclusione della sua prima visita ufficiale in Africa, Dion ha voluto sottolineare che «il viaggio è stato un’occasione proficua per ribadire il sostegno del Canada nel promuovere la crescita inclusiva e sostenibile nel continente, che trae il proprio potenziale di sviluppo soprattutto dalle donne e dai giovani». Prima si è recato in Nigeria, «la più grande economia dell’Africa», dove ha assunto la carica di co-presidente della commissione binazionale Canada-Nigeria, che si concentrerà sulla governance e sui problemi legati alla sicurezza, come per esempio gli sforzi per combattere il terrorismo e la crisi umanitaria nel nord-est del paese. Poi è andato in Kenya, dove «ha elogiato l’importante contributo del Paese per la sicurezza e la costruzione della pace nella regione, annunciando la concessione di un aiuto di 2,8 milioni di dollari per migliorare la sicurezza e la gestione delle frontiere, per la lotta contro il terrorismo, la prevenzione della radicalizzazione e la lotta contro l’estremismo violento». Poi è stata la volta dell’Etiopia dove «ha esortato il governo locale a impegnarsi nel processo democratico inclusivo». Insomma il gigante ignorato dal resto del mondo (se ne parla poco, se non quando ci sono le Olimpiadi) cammina sul ghiaccio, a volte sottile, della diplomazia internazionale. Ad Addis Abeba il ministro Dion ha parlato con il Commissario per la pace e la sicurezza dell’Ua, Smail Chergui. Il ministro canadese ha annunciato «lo stanziamento di 5 milioni di dollari per sostenere la Commissione dell’Ua nell’attivazione di progetti da sviluppare nelle aree strategiche d’intervento, compresa l’uguaglianza di genere e la responsabilizzazione della donna, il buon governo, le energie rinnovabili, il commercio intra-africano e iniziative per ridurre la vulnerabilità dei più poveri». Non grandi cife – intendiamoci – ma pure sempre un segnale per evidenziare la vicinanza del Paese alla caua pan-africana. Dion ha anche annunciato, che il suo governo destinerà 680 mila dollari per sostenere progetti indirizzati a rafforzare il rispetto del diritto internazionale in materia di diritti umani nella lotta contro il terrorismo e l’estremismo violento in sette paesi africani. La visita – sottolinea Cochi – è stata fatta dopo che «il primo ministro canadese Justin Trudeau che ha annunciato che nelle prossime settimane il suo governo deciderà l’invio di 600 soldati e 150 agenti di polizia nell’ambito di una missione di peacekeeping che si svolgerà probabilmente in Mali, Congo e Repubblica Centrafricana». La foglia d’acero presidia, con buona pace delle stelle e delle striscie.

http://www.nigrizia.it/notizia/il-canada-corteggia-lafrica/notizie

https://afrofocus.com/

foto tratta da http://blog.thesuburban.com/2012/10/the-justin-trudeau-stephane-dion-thomas.html

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