Bosnia Erzegovina: luce verde dall’Unione Europea

Per Ursula Von der Leyen  nell’ultimo anno la BiH ha compiuto i maggiori progressi per quanto riguarda il  percorso verso l’Ue

di Edvard Cucek 

“Questa settimana abbiamo raccomandato al Consiglio Europeo  di aprire i negoziati di adesione all’Ue con la Bosnia-Erzegovina che  ha compiuto notevoli passi avanti e la dinamica positiva sul percorso delle riforme deve continuare.” Ursula von der Leyen, la Presidente della Commissione europea, ha espresso soddisfazione riguardo l’impegno di questo piccolo Stato sul cammino verso l’Ue. Lo ha fatto annunciando  che la Commissione europea ha intrapreso ulteriori passi nelle trattative con la Bosnia ed Erzegovina e  ricordando appunto che questa settimana è stato raccomandato al Consiglio europeo di aprire i negoziati per l’adesione all’Unione europea. Così, lunedì scorso la Presidente della Commissione europea ha confermato davanti al Parlamento europeo che darà il via libera alla Bosnia ed Erzegovina per aprire i negoziati. Von der Leyen ha anche  affermato che nell’ultimo anno la BiH ha compiuto i maggiori progressi degli ultimi 10 anni per quanto riguarda il percorso verso di avvicinamento alla Ue.

Ha elencato diversi progressi fatti nel “cammino europeo” della Bosnia ed Erzegovina: l’adozione dell’accordo con Frontex, la legge sulla prevenzione del conflitto di interessi e la legge sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Proprio grazie a questi processi positivi dell’attuale governo, accolti con favore da Von der Leyen, l’Ue darà il via libera all’apertura dei negoziati. Non è però ancora nota la data della Conferenza intergovernativa nella quale saranno avviati ufficialmente i negoziati.

C’è dunque molto ottimismo, nonostante dalla entità bosniaco erzegovese Republika Srpska di maggioranza sebo bosniaca soffino venti che non promettono bel tempo da quelle parti. Minacce di secessione e aperto sostegno all’aggressione della Ucraina condotta dalla Russia di Putin ribadite quotidianamente dal Presidente dellentità Milorad Dodik. Oltre a questo atteggiamento del Presidente Dodik e del Governo serbo bosniaco, dalla fine dell’anno il primo sta portando avanti una guerra personale contro Christian Schmidt, l’Alto rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina (nella foto a sn).

Nel mirino ci sono le questioni della nuova proposta della legge elettorale e la questione della Corte Costituzionale, i cui giudici – secondo Dodik –  sarebbero destabilizzatori ingaggiati dagli Stati nemici del popolo serbo per lavorare contro la prosperità della entità bosniaca governata dai Serbi. Alla fine, ciò che forse disturba di più il Presidente Dodik à il negoziato sulle proprietà dello Stato e quelle che secondo la Costituzione bosniaca sono le proprietà delle due entità e del Distretto di Brcko. Quello è un punto dolente che, appena toccato, scatena la reazione di Dodik che minaccia sempre la proclamazione della Republika Srpska come “Stato indipendente”. “La proclamerò – ha detto – se verrà imposta una legge sulle proprietà”.

In copertina: Sarajevo

 

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