di Ilario Pedrini
Prima della gestione politica ed economica del governo Mugabe – durata 20 anni – lo Zimbabwe era considerato il «granaio d’Africa». Ora il Paese è al collasso.
Nigrizia scrive che «con la riforma agraria del 2000» vennero espropriate «terre e aziende agricole dei discendenti dei coloni anglosassoni (che ne possedevano il 70%)». Mugabe le distribuì al popolo ma «con metodi clientelari». Risultato: molti dei nuovi coltivatori si sono rivelati impreparati, non in grado di utilizzare le terre efficientemente. «Crollata quindi la produzione, i danni economici furono enormi». E quando la crisi morde, la protesta si fa sentire. A guidarla o comunque ad avviarla è stato
Evan Mawarire, «un pastore battista di 39 anni che nell’aprile di quest’anno ha postato sui social network (molto usati dai giovani) un suo video nel quale, avvolto nella Bandiera dello Zimbabwe e stanco di una vita fatta di stenti, ha deciso che non sarebbe più rimasto in silenzio, sfogando tutto il suo dissenso verso un paese in cui non si riconosce più. Quel video e quell’hashtag hanno finito con esprimere i sentimenti comuni che gli zimbabwani avevano represso per troppo tempo. Il post è divenuto in poco tempo virale. In migliaia hanno postato video e foto in cui si mostravano avvolti nella bandiera aderendo a #ThisFlag. Lo sfogo di un singolo uomo contro malgoverno e corruzione, si è trasformato in una valanga». Ed è stato un effetto domino. Il video e l’attività anti regime di Mawarire èsono stati inizialmente oggetto di scherno da parte del governo. Dopo un po’ però tutti hanno smesso di ridere. Da quel primo video è nato un movimento di popolo per una protesta pacifica contro le istituzioni e indipendente dalle formazioni politiche. «Sotto “This Flag” sono iniziate le prime manifestazioni nella capitale, poi come una pandemia inarrestabile, nel resto del paese fino agli scioperi che hanno paralizzato i grandi centri urbani in luglio». E oggi che succede? Lo Stato africano boccheggia. La disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi, soprattutto fra i giovani. «La corruzione dilaga (al 150° posto su 168 per Transparency International), i servizi pubblici sono inesistenti e lo Stato non riesce più a pagare con regolarità i suoi dipendenti (soldati, agenti di polizia, medici e insegnanti)». E ci sono gravi problemi di budget: il governo è chiamato a trovare 4 miliardi di dollari. Gli investitori stranieri sono scomparsi. «Nel mese di aprile, Harare ha dimezzato le sue previsioni di crescita per il 2016 al 1,4%». Il pastore rivoluzionario, che con la bandiera del Paese ha risvegliato il popolo del web (che poi è il popolo), è stato più volte minacciato di morte. Il 12 luglio è stato arrestato (e poi rilasciato) per incitamento alla violenza, come racconta
Agenzia Nova. «Successivamente Mawarire si è recato in Sudafrica per motivi di sicurezza, ma non smette di condurre il movimento. Due settimane fa ha postato un nuovo video in cui esortava i concittadini a restare uniti e non abbandonare la lotta non violenta. Il leader del movimento ha anche annunciato che si recherà presto negli Usa per “cercare sostegno».