I Mali del Burkina Faso

di Andrea Tomasi

Sono scesi da un veicolo. Erano in tre ed hanno iniziato a sparare all’impazzata contro i clienti di un ristorante, Aziz Istanbul. Le forze di sicurezza sono intervenute per fermare l’attacco e hanno ucciso due assalitori, secondo quanto riferiscono fonti ufficiali locali. Sono 18 le persone rimaste uccise. L’attacco terroristico si è consumato in un ristorante turco vicino a un albergo di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.

«Il ristorante – riporta La Stampa – si trova nella stessa strada del locale dove lo scorso gennaio gli islamisti hanno ucciso 30 persone. Quando le operazioni sono state concluse, il numero delle vittime tra gli attentatori si è fermato a due».

L’episodio di terrore è del 13 agosto. Ma è difficile stupirsi. I modi, i tempi e l’obiettivo di questo attacco sono del tutto simili a quelli di un anno fa. Nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 gennaio 2016 quattro persone armate presero di mira lo Splendid Hotel di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso. Nel corso dell’attacco morirono 28 persone. Le forze speciali burkinabé e francesi riuscirono a liberare gli ostaggi soltanto dopo ore di assedio.

L’estremismo islamico è il propellente della disperazione di un Paese ridotto alla miseria: il 44,5 per cento della popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno. Ci vivono circa 17 milioni di abitanti. Ha una superficie di 275 mila chilometri quadrati, più o meno quanto il territorio italiano.

Il Burkina Faso è uno Stato che si trova nell’Ovest dell’Africa. È incastonato tra Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin, Niger e Mali. Ed è quest’ultimo confinante a dare maggiori problemi.

«Il Mali –  scrive il Post Internazionale – è uno stato largamente desertico dove da anni gruppi di islamisti, alcuni dei quali affiliati ad Aquim, combattono contro il governo statale. Nel 2013 l’esercito della Francia – stato da cui il Mali si è reso indipendente nel 1960 – è intervenuto riconquistando gran parte dei territori che erano finiti sotto il controllo degli islamisti. Da allora però l’insurrezione islamista ha cambiato strategia: ha cominciato a compiere non tanto attacchi per conquistare territorio, quanto azioni usate dai più tradizionali movimenti terroristici.

Una seconda conseguenza dell’attacco francese è stato che moltissimi islamisti sono fuggiti dal Mali e si sono diretti soprattutto in Libia meridionale, dove l’assenza di un governo efficiente ha permesso loro di sopravvivere e riorganizzarsi. Negli ultimi tempi molti di questi miliziani sono ritornati in Mali per compiere attacchi come quello a Bamako dello scorso novembre.

Dal Mali, il loro passaggio in Burkina Faso è stato aiutato dall’instabilità che si è sviluppata nel corso dell’ultimo anno».

il 60 per cento degli abitanti del Burkina Faso è musulmano, il 23 per cento cristiano di varie confessioni e il restante segue religioni locali. Fino a poco tempo fa in Burkina Faso la violenza di matrice religiosa era quasi completamente assente.

«Negli ultimi anni la strategia comune di molti gruppi terroristici islamisti è stata quella di concentrare gli attacchi su paesi divisi e instabili, con l’obiettivo di inasprire ulteriormente le tensioni e i conflitti, creando un ambiente nel quale sia più facile reclutare nuovi miliziani e occupare territori».

A tutto questo si aggiunga che il Paese deve fare i conti con l’instabilità politica (e sociale) data anche da una serie di colpi di stato. Li riassume Radiocittafujiko:

«Il 30 ottobre 2014, Blaise Compaoré affrontò una sollevazione popolare contro il suo progetto di modifica dell’articolo 37 della legge fondamentale che limita il numero di vaglia presidenziali.  In seguito alle sommosse, Blaise Compaoré lasciò il potere.

Il 17 novembre 2014, il diplomatico Michel Kafando diventò presidente di transizione. Designò Isaac Zida come Primo ministro. Il 17 settembre 2015, i militari del Reggimento di Sicurezza Presidenziale (RSP) con in testa Gilbert Diendéré, vecchio capo di Stato Maggiore particolare dell’ex presidente Blaise Compaoré, trattennero in ostaggio il presidente ed il Primo Ministro ed annunciarono lo scioglimento del governo transitorio.

Il 23 settembre 2015, il presidente della transizione, attraverso un discorso alla nazione, annunciò la fine del colpo di stato e riprese il suo posto.

Il 30 novembre 2015, in seguito all’elezione presidenziale e legislativa, Roch Marc Christian Kaboré (MPP) venne eletto al primo turno presidente del Burkina Faso con 53,49 % delle voci.

Dopo tutti questi colpi di stato a ripetizione, il Burkina Faso rinasce con la democrazia, ma si trova a confrontarsi con una forte minaccia terroristica dal nord del Paese».

Una curiosità:  il Burkina Faso si chiamava Repubblica dell’Alto Volta; il nome attuale, Burkina Faso, fu istituito il 4 agosto 1984 dal presidente rivoluzionario Thomas Sankara, e significa «la terra degli uomini integri».

http://www.lastampa.it/2017/08/14/esteri/burkina-faso-attacco-a-un-ristorante-turco-almeno-morti-Zp8LQYKn9tK18DIr98lRpL/pagina.html

http://www.repubblica.it/esteri/2017/08/14/news/burkina_faso_attacco_terroristico_a_ristorante_turco_almeno_17_i_morti-173005792/

http://www.ilpost.it/2016/01/17/burkina-faso-spiegato/

http://www.radiocittafujiko.it/news/burkina-faso-tra-terrorismo-e-record-di-colpi-di-stato

FOTO mappa tratta da http://sicurezzainternazionale.luiss.it/2017/03/01/attentato-in-due-stazioni-di-polizia-nel-nord-del-burkina-faso/

 

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