Ceta: rinviato ma per gran parte in azione

Il 26 settembre doveva essere il giorno dell’approdo in Senato del Ceta, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada. Ma così non è stato. La discussione in Parlamento era già stata rinviata nel mese di luglio e è ora slittata a data da destinarsi, senza però bloccarne gli effetti sul sistema stato e sull’economia.

Ma non aver ratificato il testo non blocca il trattato che, anche se in fase di stallo, dal 21 settembre è praticamente già in funzione: le liberalizzazioni sono già partite, così come il 90% delle novità su cui esso incide.

L’accordo, contiene normative di esclusiva competenza dell’Unione europea e normative di competenza degli Stati membri. Le prime sono già in vigore, mentre per le altre è necessaria la ratifica dei vari Stati.

Per esempio, non è ad oggi in funzione la discussa ‘clausola Ics’(Investors Court System) che consente agli investitori canadesi nell’Unione europea, ma e a quelli dell’’Unione europea in Canada, di citare in giudizio davanti a un tribunale speciale uno Stato per ottenere il risarcimento dei danni dovuti a una eventuale normativa che leda i loro interessi.

In realtà però, per tutti gli oppositori prima del TTIP, poi di suo cugino Ceta non è detta l’ultima parola. Il trattato è ancora in attesa di essere ratificato anche dagli altri parlamenti nazionali e basta che uno Stato non lo approvi perché salti tutto.

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